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All’Università di Fisciano come a Scampia, il clan aveva piazzato le vedette per spacciare tra gli studenti: 14 arresti

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I carabinieri del Comando provinciale di Salerno hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal gip salernitano, nei confronti di 14 indagati per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. La droga veniva spacciata anche da qualche pusher che si portava dietro, “a protezione” il figlio di sette anni. Per gli inquirenti, quello messo su nell’agro nocerino sarnese e in alcune zone della Valle dell’Irno, nel Salernitano, era un “supermarket della droga” che rappresentava “un bancomat” per l’organizzazione criminale smantellata, all’alba di oggi, con 14 arresti da parte dei carabinieri. Tra le piazze di spaccio controllate dal gruppo, anche quella del campus universitario di Salerno a Fisciano. L’inchiesta coordinata dal pm della direzione distrettuale Antimafia di Salerno, Vincenzo Montemurro, e durata tre anni, ha portato tutti gli indagati in carcere con l’accusa di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. Lo smercio di cocaina, eroina e, soprattutto, crack avveniva nei comuni di Castel San Giorgio, Pagani, Nocera Inferiore, Nocera Superiore. “Qualche attività è stata accertata nei pressi del campus universitario di Fisciano”, sottolinea il procuratore aggiunto, Rocco Alfano, definendo quella dell’ateneo “una piazza particolarmente sensibile”. Lì, infatti, vi sarebbero state delle vedette sia all’ingresso che all’uscita. Le aree dove vendere gli stupefacenti erano suddivise in due gruppi: il primo attivo a Nocera Superiore, a Pagani e nei comuni limitrofi; il secondo, a Castel San Giorgio. Per i rifornimenti degli “ingenti quantitativi”, che avvenivano direttamente nel quartiere di Scampia a Napoli, a Castel Volturno, nel Casertano, e a Pagani, era incaricato un pluripregiudicato ritenuto ‘vicino’ agli ambienti del clan Fezza D’Auria Petrosino. Se, da un lato, i metodi tradizionali utilizzati nello svolgimento dell’indagine hanno dato esiti positivi, dall’altro, un contributo importante è stato fornito dalle dichiarazioni di almeno una decina di studenti universitari, segnalati come assuntori alla prefettura, che “probabilmente, nel momento in cui si sono resi conto di essere di fronte a uno scenario organizzativo e a uno scenario di criminalità organizzata in divenire, hanno maturato anche una forma di collaborazione con l’autorità giudiziaria che è stata molto importante”, spiega Montemurro. Intanto, del coinvolgimento di alcuni minori “utilizzati inconsapevolmente per l’attività di ausilio alla organizzazione criminale”, aggiunge il pm antimafia, esistono “una serie di atti e di conversazioni telefoniche” che sono state trasmesse al tribunale dei minorenni “per le valutazioni necessarie”. Dal novembre del 2016 a oggi, una persona è stata arrestata in flagranza e sono stati sequestrati circa 100 grammi di cocaina. Il blitz e’ scattato alle 4 di oggi e ha visto impegnati 90 carabinieri con 25 auto del comando provinciale di Salerno, guidato dal colonnello Gianluca Trombetti, e 3 unità cinofile. Dei 14 indagati, quattro erano già destinatari di altra misura cautelare. Il procuratore aggiunto Alfano sottolinea come il mercato degli stupefacenti consenta “di avere liquidita’ immediata” che permette “alle organizzazioni criminali di essere sul mercato illegale dove chi ha più soldi da poter spendere riesce, spesso, ad avere prezzi migliori”, con la conseguenza diretta di riuscire ad avere, poi, “un ricavo maggiore dall’attività di spaccio”.


Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2019 - 16:27

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