Ne ha parlato in lungo e in largo tutta, direi proprio tutta, la Stampa locale. Si è aggiunto qualche altro organo di Stampa di livello regionale e nazionale. C’è stata qualche comunicazione da parte di personaggi politici di rilievo nazionale, tra le atre una della Sen. La Mura, pentastellata pompeiana doc. Ci sono stati innumerevoli post, taggati o no, su Facebook ed echi favorevoli e contrari – anche essi postati – sul più diffuso dei siti comunitari cittadini di Facebook: Notizie di Pompei. Dove ognuno “posta” quel che vuole, nonostante la vigile attenzione dei responsabili, che va comunque apprezzata.
Diciamo comunque subito al Lettore che non siamo a: Chi lo ha Visto?
Ma parliamo semplicemente dell’Affaire tutto pompeiano EAV-Casa Borrelli.
A botta calda, diventata appena tiepida, questo è il modesto ma esplicito contributo di chi, come me, cerca di fare cronaca “meditata”, cioè una cronaca che forse non odora d’inchiostro fresco, ma essa risparmia al lettore la lettura di articoli/report acritici o zeppi di notizie messe in circolazione da altri soggetti. Poi puntualmente quegli articoli sono seguiti da nuovi articoli di controcronaca. E da ripensamenti.
Questo tourbillon non concede al cronista il tempo di ragionare, valutare e aiutare il lettore a capire gli avvenimenti quando essi non danno tregua.
Cerco dunque ora di partecipare al lettore queste mie riflessioni di cronaca “meditata”.
Ancora una volta meditata a lungo, perché io so già che esse rischiano l’impopolarità in quanto vanno “controcorrente”. Ma vanno decise nella direzione della Verità. E ciò mi gratifica più di ogni altra cosa.
Proprio così, perché plaudo al Consiglio Comunale di Pompei ha approvato la Variante Urbanistica necessaria per dare vita al Progetto di Compatibilizzazione Urbana della Linea EAV della tratta Napoli-Pompei Poggiomarino, nel territorio comunale di Pompei.
A parte il linguaggio architettese della denominazione del Progetto EAV, esso prevedeva lungo i binari EAV una strada alternativa alla via Lepanto e l’eliminazione di quattro passaggi a livello in pieno centro città che punteggiano i binari della ex Circumvesuviana. La linea ferrata fu a Pompei è stata costruita negli anni trenta del Millenovecento. Già allora in verità i binari tagliarono il centro città della ancora piccola cittadina.
Basti pensare che i binari passano a poche decine di metri dall’abside del Santuario mariano, a pochi passi dalla ottocentesca Parrocchia del Salvatore e praticamente tangenti alle mura urbane della antica Pompei, di cui solcano la intera fascia pomeriale a monte. Una follia archeologica scavare in quel tratto. Sarebbe emerso l’inimmaginabile. Ma la Direzione del Parco Archeologico ha taciuto, non ponendo autorevolmente il problema. Forse sperava in una stagione di ritrovamenti e di annunci all’universo mondo. Chissà. A pensar male si fa peccato, ma si indovina. Lo diceva Andreotti alcune repubbliche fa.
Nelle more del voto consiliare il Progetto EAV è stato variato, in adesione ad alcune giuste richieste di ottimizzazione, con l’abolizione di alcuni sottopassi pedonali e di altre previsioni. Sarebbe stato più opportuno conservare qualcuna di esse, a nostro avviso.
Ma di questo ci occuperemo in seguito. Con puntualità nel corso dei lavori.
Intanto affermiamo che Pompei aveva comunque bisogno del Progetto, senza se e senza ma. Basta vedere la agonia quotidiana del Centro Città nelle ore pomeridiane del traffico del “rientro a casa” dopo la chiusura degli uffici fino a sera. E’ in quelle ore che una fiumana ininterrotta di auto dirette ai paesi vesuviani occupa stabilmente a passo d’uomo le strade principali desertificando negozi e botteghe ancora aperti nell’attesa vana degli ultimi clienti. E il centro città si paralizza ad ogni chiusura dei passaggi a livello della ex Circumvesuviana, oggi EAV, mentre si sviluppa quotidianamente una velenosa cappa di smog che opprime il centro urbano.
Il voto del Consiglio comunale di Pompei ha salvato il Progetto EAV, nonostante il caos e la bagarre scatenati nell’aula consiliare da vocianti urlatori durante la discussione.
Uno spettacolo inedificante permeato di atmosfere preelettorali in vista delle elezioni Regionali. E’ troppo facile fare politica così. Oppure esibirsi nei vari Comitati sorti alla bisogna soprattutto per fare numero e rumore. Dai loro vertici infatti non è uscita mai una parola unitaria di mediazione o un contributo fattibile al miglioramento del Progetto. Ma solo slogan e frasi fatte come “Diciamo NO ai sottopassi” oppure “Interrate i Treni, non le persone!” E via smoccolando contro il mancato “interramento” della intera linea ferrata nel territorio comunale di Pompei. L’obiettivo si sapeva non raggiungibile e ciò dava forza alla protesta “Contro”. Contro il Progetto, ma anche contro tutti: il Comune, la Prelatura Pontificia, la Prefettura, l’EAV e la Regione. Salvo poi fare appelli al Presidente della Repubblica che – rispettando le gerarchie – ha allertato il Prefetto che a sua volta si è rivolto alla Regione, la quale ha attivato l’EAV, che si è rivolta al Comune. Un controproducente sabba infernale di denunce mediatiche e non.
Anzi alcune maledettamente concrete: alla Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata e alla Corte dei Conti Regionale.
Questi Uffici giudiziari ovviamente procederanno con i tempi noti della Giustizia, insopportabilmente lunghi sempre, maledettamente inesorabili spesso. Nei prossimi anni, chi vivrà, vedrà gli effetti della “tarantella” messa su contro il Progetto EAV con il coinvolgimento della Casa Borrelli. La Casa Albergo era però in via di chiusura per i troppi debiti accumulati in un paio di decenni di gestioni screanzate, con la Società responsabile, la società partecipata Aspide srl, in liquidazione. E con una gestione che definire straordinaria è atto caritatevole.
Non volendo speculare oltre, entro dunque rapidamente nella complessa vicenda dell’Ospizio Borrelli. Dico solo che è troppo semplice atteggiarsi a Dame di Carità difendendo i poveri – se poveri sono – ma infischiandosene del contesto sociale, civile e urbano. E’ troppo comodo sparare nel mucchio perché si è sicuri di colpire comunque qualcosa o qualcuno. Un obiettivo imprevisto i Comitati e i loro ispiratori lo hanno però centrato: gli anziani stessi. Essi sono stati usati cinicamente prima come scudi umani e poi lasciati in prima linea a subire da incolpevoli uno sgombero coatto.
Lo sgombero è stato condotto da agenti della Forza Pubblica in assetto da sommossa e soltanto la cauta saggezza degli organi prefettizi ha saputo portare a termine la difficile operazione senza traumi irrimediabili per gli anziani e per gli addetti alla Casa, stressati dalla perdita del posto di lavoro. Oggi la gran parte di essi è sistemata al meglio in altre strutture di accoglienza. E ora la parola, anzi la ultima parola, spetta ai giudici civili e penali, visto che quelli amministrativi del TAR di Napoli già hanno espresso avviso contrario alle richieste sostenute dal magmatico mondo della protesta “anti-Progetto EAV”. Di quello si trattava sostanzialmente. E così era.
Diciamocelo, una volta per tutte, francamente e senza ipocrisie.
Federico L.I. Federico
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