E’ partito da New York diretto a Manchester il primo volo che trasporta i clienti dello storico tour operator britannico Thomas Cook che ha lasciato a terra oltre 160mila turisti dopo il fallimento. A bordo 300 passeggeri, secondo il Daily Mail. Il Boeing 747, con le insegne Thomas Cook ma pilotato da staff della Atlas Air, atterrerà in Gran Bretagna alle 16:00 ora italiana. L’operazione di rimpatrio, del valore di oltre 100 milioni di sterline, messa in campo dal ministero degli Esteri del Regno Unito vede oltre 40 jet in programma già oggi da diverse città e resort in Europa, America, Asia. Thomas Cook ha dichiarato bancarotta e ora le autorita’ dovranno organizzare il rimpatrio di 600 mila turisti nel mondo. Il colosso britannico dei viaggi non ce l’ha fatta a mettere in piedi un accordo di salvataggio che riuscisse ad evitarle il fallimento. E’ cosi’ scattata quella che i media britannici hanno definito “la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace”. Il piano per riportare a casa dall’estero circa 165 mila vacanzieri e’ noto col nome in codice ‘Projetc Matterhorn’ ed e’ guidato dall’autorita’ per l’aviazione civile. L’azienda, con alle spalle 178 anni di storia, non e’ riuscita a a raccogliere gli ulteriori finanziamenti per 200 milioni di sterline, che servivano per evitare il collasso. “Il board delle compagnia – si legge in una nota – non ha avuto altra scelta che avviare i passi necessari per entrare in bancarotta con effetto immediato”. Il quotidiano francese Le Figaro calcola che il gruppo, messo in liquidazione “con effetto immediato”, lascia in vacanza nel mondo 600.000 turisti, tra cui 10.000 francesi. Il tour operator ha assicurato che i voli continuano ad essere operativi e i pacchetti del tour operator sono assicurati. “E’ un momento di forte preoccupazione per il personale e i clienti di Thomas Cook. Il piu’ grande rimpatrio in tempo di pace nella storia del Regno Unito ora riportera’ le persone a casa. Lo staff del Foreign Office nel Regno Unito e all’estero lavora ininterrottamente con l’Autorita’ per l’aviazione civile britannica e il ministero dei Trasporti”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri britannico, Dominica Raab, il quale ieri aveva assicurato che “nessuno restera’ bloccato all’estero”. Il collasso di Thomas Cook – il cui principale azionista e’ la cinese Fosun Tourism Group – portera’ alla perdita di un grande numero di posti di lavoro. La societa’ conta 21 mila impiegati in 16 diversi Paesi, di cui 9 mila solo in Gran Bretagna. La maratone organizzata ieri da Thomas Cook per riunire soci e investitori in cerca dei finanziamenti necessari per la sua salvezza si e’ conclusa senza un’intesa. Fosun il mese scorso aveva gia’ iniettato 450 milioni di sterline nella societa’ all’interno di un pacchetto di salvataggio di 900 milioni di sterline. In cambio di quell’investimento Fosun aveva acquisito una quota del 75% della divisione operativa di Thomas Cook e un 25% della sua compagnia aerea. “Fosun – si legge in un altro comunicato – e’ delusa del fatto che Thomas Cook non sia riuscita a trovare una soluzione per la sua ricapitalizzazione con altre entita’, i suoi creditori core e gli azionisti senior”. Thomas Cook e’ nata nel 1841 per trasportare passeggeri coi treni nelle principali citta’ britanniche. Poi si e’ organizzata per gestire i viaggi all’estero, diventando la prima agenzia dei turisti britannici in Europa nel 1855, negli Usa nel 1866, subito dopo la fine della guerra civile americana e nel resto del mondo 1872.
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