Volge al termine la vicenda giudiziaria dell’ex assessore al Bilancio di Salerno, Roberto De Luca, figlio del governatore della regione Vincenzo De Luca. Coinvolto nell’inchiesta Bloody Money, avviata nel 2018 dal sito Fanpage.it, De Luca si era dimesso mentre le indagini della Procura di Napoli cominciavano a perquisire ufficio e casa del giovane De Luca.
Nei giorni scorsi la vicenda ha subito un brusco e, almeno apparente, definitivo arresto con l’accettazione da parte della Procura della richiesta di archiviazione del caso avanzata a febbraio e accettata a luglio dal GIP.
L’inchiesta
Il tutto era partito da un’inchiesta di Fanpage.it, nominata “Bloody Money”, e sventolata sui social, in una versione “a puntate”, come il più spettacolare dei Gomorra, ma con persone e soldi veri di mezzo.
L’ex boss della camorra Nunzio Perrella si era infatti messo a disposizione, dopo aver scontato 21 anni di arresti domiciliari, per mettere in luce, tramite Fanpage.it, il problema delle mazzette nella gestione dei rifiuti in Campania. Un incontro, quello fra Perrella e Colletta, apparente “intermediario” dell’accordo, che aveva visto De Luca coinvolto nel discutere nel proprio ufficio di appalti per l’assegnazione dell’incarico di smaltimento in luoghi inadatti e parlando di questioni competenti direttamente alla Regione, guidata dal padre.
Ciò che creò lo scandalo maggiore, tuttavia, fu il successivo incontro fra Perrella e Colletta, ripreso con una telecamera nascosta, dove Colletta mostrava le percentuali delle tangenti di tale appalto, descrivendo a Perrella come l’intera vicenda potesse “fruttare” diverse migliaia di euro per i personaggi coinvolti e apparentemente eseguendo ordini provenienti dal “mandante” De Luca.
Oltre lo scandalo iniziale, in seguito a quella vicenda ripresa da Fanpage.it, Roberto De Luca rassegnò le dimissioni da assessore del Bilancio del comune di Salerno e la Procura di Napoli partì con le indagini.
Il processo e la chiusura
Da subito De Luca si dichiarò estraneo ai fatti, inconsapevole di ciò che stava succedendo alle sue spalle e vittima di una “trappola” ai suoi danni. Le indagini procedettero comunque, con una perquisizione dell’ufficio e dell’appartamento di De Luca e il danno d’immagine al 34enne ben avviato in politica.
A luglio 2019 il Giudice per le Indagini Preliminari accetta la richiesta, formulata a febbraio, di archiviazione del caso, in quanto De Luca risultava estraneo ai fatti e senza alcuna correlazione con gli altri personaggi coinvolti. Né dà comunicazione a settembre proprio il diretto interessato, Roberto De Luca, in un video in cui illustra la richiesta avanzata e ne commenta i punti, con la soddisfazione di chi può togliersi un peso che ha già gravato pesantemente sulla propria vita.
Il video
È proprio sui social, dove era diventata virale la notizia dello scandalo, che De Luca appare a dare comunicazione dell’assoluzione, con un filmato di 3 minuti in cui legge la richiesta e ribadisce come tutta la vicenda sia avvenuta nella sua totale inconsapevolezza, oltre che definire “un giorno positivo per me, per la mia famiglia e per tutti coloro che mi sono stati vicini in questi mesi, ma anche per la stessa città di Salerno” la data di avvenuta archiviazione. A quanto pare De Luca programma anche un incontro dal vivo per spiegare i fatti e ringraziare tutti, dando però precedenza ai festeggiamenti per il Santo Patrono.
Nel video, l’uomo si mostra soddisfatto e fiducioso, riportando estratti della richiesta:
“Ricorderete l’inchiesta pseudo-giornalistica nella quale ero stato coinvolto oltre un anno e mezzo fa – scrive Roberto de Luca su Facebook, nel post che accompagna il video – Ebbene, oggi possiamo ribadire che è stata messa in piedi una vera e propria trappola in mio danno e a mia insaputa: non lo dico io, ma la richiesta della Procura della Repubblica di Napoli di febbraio 2019 accolta dal GIP nel luglio scorso, con la quale è stata accertata la mia totale estraneità alla macchinazione organizzata da persone che, senza che io sapessi nulla, hanno ordito una trama gravemente dannosa per la mia immagine. Complesse indagini hanno consentito di accertare che tutta la vicenda è avvenuta nella mia completa inconsapevolezza. «È assolutamente esclusa – si legge nella richiesta – la consapevolezza del De Luca rispetto all’incontro tra Colletta e Perrella. È escluso che Colletta rispondesse ad istruzioni ricevute da De Luca»”.
Toni duri, quelli dell’ex-assessore, nei confronti di Fanpage.it, il cui servizio viene definito “inchiesta pseudo-giornalistica“, sottolineando da subito l’obiettivo, almeno apparente, di creare uno scandalo con l’ausilio di attori e danneggiando l’immagine di un giovane politico, senza peraltro coinvolgere in maniera preventiva la Procura in quello che era già scontato sarebbe diventato un caso giudiziario.
De Luca poi continua:
“È un giorno positivo per me, per la mia famiglia e per tutti coloro che mi sono stati vicini in questi mesi, ma anche per la stessa città di Salerno: perché anche solo l’ipotesi che un suo amministratore potesse essere minimamente sfiorato dal sospetto di comportamenti non corretti o illeciti era un’ombra su tutta la città. Organizzeremo a breve un incontro per spiegare come si sono svolti i fatti e per ringraziare tutti dal vivo. Non lo facciamo in questi giorni perché credo sia più opportuno onorare il Santo Patrono, però presto ci vedremo tutti insieme. Grazie a tutti. E grazie anche gli organi inquirenti per aver fatto chiarezza sulla vicenda”.
Le parole che colpiscono di più sono quelle legate all’interesse per l’aver risolto un sospetto d’illecito all’interno dell’amministrazione comunale. Lo stesso incontro, pubblicizzato da De Luca, pare essere volto proprio a ribadire la pulizia degli organi amministrativi nella vicenda, oltre che chiarire il proprio punto di vista e lo svolgimento dei fatti.
Dopotutto, nella visione dei filmati, appare evidente come De Luca stia solo discutendo con Perrella, senza agire in alcun modo.
Si chiude quindi questo brutto capitolo della storia dei De Luca, ormai vera e propria dinastia politica, che tuttavia lascia alcuni interrogativi aperti sulla posizione dell’ex-assessore in tutta la vicenda. Una vicenda, quella di Bloody Money, che ancora una volta punta i riflettori sulla poca trasparenza nella gestione del problema delle ecoballe in Campania. Il problema continua infatti a perpetrarsi negli anni e i milioni di rifiuti continuano comunque a non avere risoluzione certa e definitiva.
Articolo pubblicato il giorno 29 Settembre 2019 - 17:29