Inaugurata il 12 settembre al Museo Correale, con il padrino d’eccezione Alessandro Cecchi Paone, la mostra temporanea “Stonewall the temple” dell’artista Vito Fusco.
La mostra, che si inserisce nelle manifestazioni legate al Sorrento Pride, è supportata dalla consolidata sinergia tra il Comitato Arcigay Antinoo di Napoli e il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli, e si propone, a cinquant’anni dai moti di Stonewall, come straordinaria opportunità per rinnovare il vincolo di amicizia e solidarietà tra due culture da sempre vocate alla promozione dei principi democratici e dei diritti, primo fra tutti il diritto alla felicità.
“Siamo felici di partecipare a questa grande festa della civiltà ospitando la mostra temporanea dell’artista Vito Fusco – ha dichiarato il Presidente Gaetano Mauro – Il Museo Correale è un luogo di cultura e di amore e nessuna forma di discriminazione anticostituzionale può attecchire dove c’è la cultura. Inoltre, sabato 14 settembre, il Museo Correale si vestirà dei colori arcobaleno esponendo la bandiera rainbow al suo ingresso”.
“È la prima volta che visito il Museo Correale – ha dichiarato il giornalista Alessandro Cecchi Paone – e devo dire che questo è un posto straordinario, oltre che guidato da un presidente illuminato che ha saputo comprendere e valorizzare questa mostra dedicata ai fatti di Stonewall”. “Per me, che sono originario di Positano – ha aggiunto poi il fotografo Vito Fusco – è un piacere esserci e esporre qui. La storica ospitalità dei sorrentini è stata confermata dall’accoglienza mostratami dallo staff del Museo Correale, anche nella fase di allestimento”.
L’inaugurazione è terminata con un brindisi insieme agli organizzatori del Sorrento Pride e il taglio della torta color arcobaleno. Sarà possibile visitare la mostra, inclusa nel costo del biglietto del museo, dal martedì alla domenica fino al giorno 20 settembre 2019, negli orari di apertura indicati sul sito www.museocorreale.it.
Note sulla mostra
“Stonewall è un tempio, un posto incredibile… Le persone che visitano questo bar durante la settimana del Gay Pride sono tantissime, e si mescolano con i clienti abituali che lo frequentano per giocare il torneo di biliardo del “neighborhood”. Le storie, il genere sessuale e l’età sono molto diverse, ma in comune c’è una grande propensione ad accettare questa diversità, a goderne. Uno dei Bartender era presente nel locale la notte del 28 Giugno del 1969. Si fa chiamare Tree Sequoia, ed ha 77 anni. Ama intrattenere i clienti con racconti e ad ogni Gay Pride tantissime televisioni fanno la fila per intervistarlo. Il bar apre alle 14 e chiude a notte inoltrata. Sono rimasto lì, tutta la settimana antecedente la parata, a fotografare le persone e le loro storie, nell’angolo in fondo al locale con la luce più bella che abbia mai visto. Ore spese a parlare con le persone ritratte, ad ascoltare la loro storia, prima di tentare di catturarla con una foto. Parlare con un ragazzo più di un’ora, fumare una sigaretta, berci un drink e poi scoprire che fino all’anno prima era una ragazza; incontrare un professore universitario sposato con figli scoperto dalla moglie a guardare un film erotico per omosessuali; fotografare un etero che accompagnava il suo migliore amico; passare ore tra famiglie con due madri… e vedere centinaia di persone che passano davanti al Tempio ad omaggiare questo luogo, quest’incrocio, che ha dato al mondo una nuova direzione.” (dal Prologo del Libro della Mostra “Stonewall: The Temple” patrocinato da Amnesty international).
Note sull’artista
Vito Fusco, fotografo, nasce a Positano, il 20 giugno del 1980. Momento chiave della sua formazione è stato l’incontro con uno dei maestri norvegesi della fotografia: Morten Krogvold e della sua compagna di vita Tarand. In seguito, Vito Fusco ha seguito seminari e workshop per dedicarsi alla “scrittura con la luce”. Con il web designer Antonio Casola, ha creato l’agenzia di comunicazione visiva Arkimedia lab. Le sue opere, esposte in diverse mostre, sono state pubblicate anche sul National Geographic Italiano e su ElPais.
Nel 2010 ha vinto il concorso indetto dalla Nikon.
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