l militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata hanno provveduto ad eseguire un decreto di sequestro patrimoniale, per un valore di quasi 300 mila euro, nei confronti di 5 soggetti- residenti nei comuni di Torre Annunziata e Trecase – già arrestati il 24 aprile scorso per i reati di usura ed estorsione. In quella circostanza finirono in carcere Ida Flauto, 68 anni, Anna Gioia Costabile, 32 anni, Salvatore Musto,55 anni, Giuseppe Esposito, 50 anni, Amedeo Nazionale, 72 anni, e Filippo Longobardi, 52 anni. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Patrimoniali del Tribunale di Torre Annunziata all’esito di una complessa indagine che è stata svolta, sotto il coordinamento di questa Procura della Repubblica, dai finanzieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, prendendo le mosse da accertamenti investigativi sviluppati su alcune operazioni economiche anomale e approfondendo le correlate denunce presentate da talune vittime sottoposte ad usura. Sulla base delle risultanze emerse dall’attività d’indagine – condotta attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali ed escussioni testimoniali – era emerso un grave e circostanziato quadro indiziario, a dimostrazione dell’abitualità dell’attività illecita posta in essere dagli indagati, i quali, alcuni in concorso tra loro, avevano prestato, nel tempo, ingenti somme di denaro, richiedendo il pagamento di interessi mensili pari al 20% del capitale prestato. In altri casi, gli indagati imponevano modalità differenti in merito alla restituzione del denaro concesso: le vittime, infatti, venivano costrette finanche al pagamento mensile degli interessi fino a quando queste ultime non sarebbero state in grado di restituire in un’unica franche l’intero ammontare del prestito elargito (cd. “usura conto capitale”), con il rischio, quindi, di non porre mai fine al soffocante rapporto di soggezione con i propri aguzzini. Gli accertamenti patrimoniali delegati da questa Procura della Repubblica hanno col’)sentito alla Guardia di Finanza di ricostruire l’intero patrimonio finanziario, mobiliare ed immobiliare degli indagati. In particolare, veniva accertata una sproporzione fra la capacità reddituale degli indagati e dei rispettivi nuclei familiari e le effettive disponibilità patrimoniali e finanziarie a questi riconducibili . . Le fiamme gialle stabiesi, pertanto, sottoponevano a misura ablativa i beni riconducibili agli indagati sequestrando conti correnti, assegni, ingenti polizze assicurative, autoveicoli ed immobili, costituenti il frutto o il reimpiego dei reati commessi ed accertati.
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