“Anche se ha festeggiato resterà infelice: dove non c’e’ amore non ci può essere gioia”. Cosi’, Daniela Esposito, vedova di Ulderico Esposito – il tabaccaio morto dopo un mese di agonia in ospedale, in seguito ad una lite con un giovane nigeriano all’interno della stazione di Chiaiano, a Napoli, avvenuta lo scorso 9 giugno – commenta il permesso premio concesso per festeggiare il diciottesimo compleanno a uno dei tre giovani assassini del vigilante Francesco della Corte, ucciso, il 3 marzo 2018. “E’ vergognoso – aggiunge – credono che le nostre siano vittime della quotidianità. Ulderico e Francesco Della Corte sono stati ammazzati brutalmente e nessun permesso premio può essere concesso a chi si è macchiato di delitti cosi’ efferati”. “Mi chiedo che tipo di genitori siano quelli che l’hanno permesso, sapendo che il loro figlio ha ucciso un onesto lavoratore e padre di famiglia. Posso solo pensare che il demonio si sia impossessato delle loro anime. Io e Annamaria (la vedova di Francesco Della Corte, ndr) siamo diventate amiche e anche lei la pensa come me. Mi chiedo come si sarebbe comportato chi ha concesso il permesso se fosse stato versato il sangue di un loro familiare”, conclude Daniela Eaposito.
“Come dargli torto”. Il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, risponde così a Napoli a chi gli chiede della rabbia della famiglia del vigilantes ucciso per il permesso dato ad uno dei killer. “Il problema è che questo Paese morirà di bulimia normativa – dice – si fanno leggi in continuazione che poi alla fine non producono gli effetti, c’è la necessità di una rivisitazione complessiva. Il tema è che gli interventi normativi spot a volte producono più danni del preesistente. C’è una parolina magica che pero’ nel nostro paese ha sempre avuto poco successo ed e’ riforma”.
“Ciccio era un uomo buono, che non meritava quella morte: quei festeggiamenti lo hanno ucciso per la seconda volta”. Lo sottolinea la criminologa Antonella Formicola, che ha seguito da vicino l’ omicidio del vigilante Francesco Della Corte, ucciso nella stazione della metro di Piscinola, a Napoli, il 3 marzo 2018. “Quale giustizia è questa? Il senso di impunità che si respira nel nostro Paese è arrivato a livelli insopportabili. Alcuni provvedimenti e sentenze – afferma – lasciano veramente senza parole. Come possiamo sperare di sentirci tutelati? Il garantismo, principio che va rispettato in maniera assoluta, sta purtroppo diventando un ‘buonismo eccessivo'”. “Chi uccide – conclude Antonella Formicola – deve pagare: i 18 anni, gli assassini, lo devono festeggiare in carcere, altrimenti faremo passare il messaggio che in Italia chi delinque resta impunito”.
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