“E’ disgustoso. Mi rivolgo a chi ha concesso quel permesso: io, che ho perso mio marito devo piangere, loro, invece, che me lo hanno ucciso, stanno ridendo”. Sono parole piene di dolore quelle che Annamaria Della Corte, vedova di Francesco Della Corte – il vigilante aggredito e ucciso, il 3 marzo 2018, da tre giovani che gli volevo rubare la pistola, nella stazione della metro di Piscinola, a Napoli – usa per commentare il permesso premio concesso a uno dei tre assassini di suo marito, per il suo 18esimo compleanno. Le foto della festa celebrata qualche giorno fa sono state pubblicate sui social, suscitando sdegno soprattutto in chi ha perso il marito e il padre. “Hanno affrontato un processo per omicidio senza versare una lacrima -spiega Annamaria – mi guardavano negli occhi senza mostrare un minimo pentimento. Sono senza cuore. E’ passato un anno e non hanno ancora capito la gravita’ del gesto che hanno commesso. Nelle foto pubblicate lui e i suoi amici ridono e si divertono e, a distanza di appena sette mesi dalla condanna è stato consentito tutto questo”. La vedova di Della Corte si scaglia anche contro il rito abbreviato che, sostiene, “non deve essere concesso per delitti così gravi, anche se a commetterli sono dei minori”. I tre giovani sono stati condannati in primo grado a 16 anni e 6 mesi di reclusione: “Hanno ottenuto uno sconto di pena ma a mio marito, loro, sconti non ne hanno fatto, lo hanno colpito senza pietà, fino ad ucciderlo”. Ma, per Annamaria, quello che è veramente insopportabile rimane “l’indifferenza sui loro volti e sui volti dei loro parenti”. “Hanno visto mia figlia in lacrime, distrutta dal dolore e nessuno si e’ avvicinato per offrire conforto. Sono, o non sono, anche loro, dei genitori?”. Il prossimo 19 settembre il via il processo di secondo grado nei confronti dei tre.
Articolo pubblicato il giorno 10 Settembre 2019 - 16:34