A Scafati, in una affollatissima Sala Don Bosco, sabato 28 settembre la Storia non si è fermata e ha continuato a “passare la mano” proprio come accadeva quando tra il 1942 e il 1945 Antonietta Ferrara scriveva le sue pagine di diario. Giorno dopo giorno la giovanissima Antonietta – conosciuta poi da tutti come la professoressa Ferrara di Italiano e Latino – annotava avvenimenti, timori, sensazioni, dubbi e speranze su un piccolo quadernetto che probabilmente la aiutava a esorcizzare la paura delle bombe, della morte.
Alla presenza dei figli di Antonietta (Redenta, Carla e Gugliemo), dei nipoti, e di quanti l’hanno conosciuta o avrebbero voluto conoscerla… alla presenza dei tanti intervenuti anche per semplice curiosità, in un giorno speciale per la città di Scafati Medaglia d’oro alla Resistenza, si è tenuto un vero e proprio evento culturale moderato dal commosso e puntuale Pasquale Formisano. Per la presentazione di “Pane Bianco” compare sul palco la giovane studentessa Matilde Cesarano e dà inizio alla serata. Matilde con un po’ di emozione legge il breve incipit del diario che spiega il motivo per il quale Antonietta decise a quindici anni, di fare della scrittura la sua più fidata compagna di viaggio. La lettura di alcuni dei racconti più intensi del diario è stata affidata a Elena Fiorenza. Una interpretazione commovente quella di Elena la quale, accompagnata dal poetico violino del maestro Ilario Ruopolo, ha saputo rendere attuale una scrittura che racconta avvenimenti lontani nel tempo ma che nell’essenza di quelle parole scritte più di settant’anni fa, vivono nella quotidianità di ognuno. La platea emozionata, ha prestato una diversa attenzione alla voce di Domenico Corrado. Il regista teatrale, distintosi negli anni per avere messo in scena l’intera Divina Commedia in luoghi di interesse storico e culturale, ha letto alcuni dei proclami fascisti ma quando è arrivato il momento di “Intrepidi patrioti di Scafati primi in Italia impugnarono le armi contro l’oppressore nazi-fascista cooperando con le vittoriose armate alleate dopo lo sbarco di Salerno. Questo ponte che col suo crollo doveva ritardare la ritirata del nemico ne affrettò la fuga salvando la città da grave rovina. Nel primo anniversario riconoscente commosso a perpetua memoria il popolo di Scafati pose”, uno scrosciante e lungo e sentito applauso ferma il tempo nella Sala Don Bosco. La giusta dose di brio è stata data dagli interventi musicali di Rosanna Monsurrò accomagnata al pianoforte da Gabriella Marolda: da “Signorinella pallida” a “Nostra Patria è il mondo intero”, affascinati dalla potente voce della cantante, in tanti non hanno esitato a canticchiare battendo il tempo.
Intervento di spessore e di precisa analisi del testo quello del preside del Liceo Caccioppoli Domenico D’Alessandro che ha tracciato il profilo di Antonietta Ferrara attraverso le tante domande che si poneva. “Anche a Scafati le vittime sono state tante: è morto Bernardo Casciello con il figlio studente, è morta Ninuccia Menzione, è morta Sisina Cicalese, è morta la signora Cozzolino, il professor Scelza con quattro figli, Mimì Catalano, Filippo che vendeva la frutta, così ancora potrei commemorare chissà quante vittime. E se qui sono morte tante persone e qui i tedeschi sono stati poco tempo, cosa faranno nell’Italia settentrionale? Seguiranno gli ordini del loro capo?”
Una adolescente fuori dal coro dedita a nutrire con il dubbio la propria consapevolezza. Nei suoi pensieri, nero su bianco, Antonietta decideva su quelle pagine di diario da che parte stare. Forse fu quello l’inizio, il momento in cui senza accorgersene scelse di dedicarsi agli altri, con l’insegnamento a scuola sicuramente, ma anche con la sua indimenticabile generosità.
“… Le macerie sono immense – scriveva Antonietta – ma col nostro spirito e col nostro lavoro sapremo rialzare in piedi la patria. Almeno questo si spera da tutti.”
Articolo pubblicato il giorno 30 Settembre 2019 - 19:35