Napoli. “Ciò che fa rabbia non è certo il compimento dei 18 anni festeggiati da un ragazzo ma vederli festeggiare come se il ragazzo in questione non si fosse macchiato di un atroce delitto ai danni di un umile guardia giurata che lavorava di notte per garantire un futuro alla sua famiglia. Ancora più triste che si parli di permesso premio, ma premio de che?
Come collega del defunto Della Corte e Presidente della associazione nazionale guardie particolari giurate chiedo a viva voce che nei successivi gradi di giudizio di questo processo i giudici siano meno indulgenti nei permessi premio poiché la futilità e l’aggressività premeditata con cui gli assassini hanno infierito sul dalla corte agonizzante è davvero da film horror”. E’ quanto dichiarato da Giuseppe Alviti, leader delle guardie giurate particolari sulla vicenda del permesso premio accordato al 18enne Ciro U.dopo neanche un anno di cella e con una condanna a 16 anni e mezzo per aver ucciso “con crudelta'” il vigilante Franco Della Corte, colpito a morte il 16 marzo 2018 all’esterno della metro di Piscinola, a Napoli. “E’ vergognoso che, dopo neppure un anno di detenzione, il killer di Piscinola sia stato ‘premiato’ nonostante abbia ucciso un uomo a sangue freddo: non possono esserci sconti o concessioni verso chi si e’ macchiato di reati tanto gravi”. Così in una nota Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “Uno Stato che premia” chi è stato condannato per “l’omicidio di un tutore dell’ordine, permettendogli di festeggiare il suo 18esimo compleanno insieme a parenti e amici e con tanto di foto sui social network, di fatto non è uno Stato di diritto: è uno Stato in cui la giustizia è morta. La nostra vicinanza oggi va ai familiari della vittima e al profondo dolore che inevitabilmente staranno provando in queste ore”, conclude.
Articolo pubblicato il giorno 10 Settembre 2019 - 11:34