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Napoli, Gargiulo aveva tatuato la data del 15 ottobre del 2012, quando al suo posto fu ucciso l’innocente Lino Romano: ma questa volta non si è salvato

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Napoli. Aveva tatuato  sul corpo la data del 15 ottobre del 2012. La sera di quel giorno  Domenico Gargiulo, 29 anni, pregiudicato, scampò a un agguato di camorra organizzato dagli ‘scissionisti’ nel quale perse la vita il 30enne innocente Lino Romano, scambiato per Gargiulo mentre lasciava casa della sua fidanzata nel quartiere di Marianella. Era scomparso da ieri mattina e la moglie stamane ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri. L’auto con il suo cadavere all’interno, crivellato di proiettili era parcheggiata in via Zucchetti, zona Scampia. Sul posto sono arrivati gli agenti della Scientifica della Polizia di Stato di Napoli e il pm della Dda. Gargiulo, soprannominato ‘sic ‘e penniell’, in passato ha militato nel clan Marino attivo nelle Case celesti di Secondigliano. Prima della sera del 15 ottobre era scampato alla morte già altre due volte. Il killer di Lino Romano, ovvero Salvatore Baldassare, condannato all’ergastolo nel 2017, in aula raccontò: “Quella sera ero come impazzito e sono realmente pentito per quello che ho fatto. Ero fuori di me e non so cosa sia successo.Io ci penso tutte le sere a quello che ho fatto e sono realmente pentito vorrei anche io stare dietro a una televisione collegato in videoconferenza ma non faccio il collaboratore di giustizia come lo fanno gli altri. Io confesso questo delitto e mi pento realmente di quello che ho combinato. Mi pento davanti ai giudici e a Dio ma non farò come i collaboratori di giustizia”. Gli investigatori della Dda che insieme con la squadra mobile stanno conducendo le indagini sembrano essere convinti del legame tra l’omicidio del giovane Gargiulo e quello del boss Gennaro Sorrentino avvenuto nella tarda mattinata di ieri.


Articolo pubblicato il giorno 8 Settembre 2019 - 21:23

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