Ore 15:40 del 9 settembre, la data fissata. Il professor Manaschè è appena rientrato dalle ferie. Michael Schumacher, su una barella avvolta da un telo di materiale supertecnologico di colore blu, sbarca al primo piano dell’Ospedale europeo Georges Pompidou, nel XV arrondissement di Parigi. Dell’ex pilota non e’ visibile nulla, ne’ il corpo, ne’ il viso. Attorno alla lettiga, almeno 10 persone, molte in diretta con auricolari e microfoni, coadiuvati dal servizio di sicurezza dell’ospedale. In testa alla processione, il professor Philippe Menaschè, un luminare delle staminali, che accompagna premuroso il suo famoso paziente – 50 anni, sei volte campione del mondo di Formula 1, dal 2013 paraplegico grave per un incidente sugli sci – nel suo reparto. In strada, l’ambulanza con targa svizzera che ha trasportato Schumi, se ne torna a Ginevra. C’e’ il mistero più fitto, ormai da anni, attorno al pilota idolo della Ferrari dopo l’incidente del 29 dicembre 2013 a Meribel, in Savoia. Da oggi si trova nel servizio di cardiochirurgia del Pompidou, nelle mani di Menaschè, il numero 1 della terapia cellulare applicata all’insufficienza cardiaca. Ma anche un pezzo grosso dell’Istituto del cervello e del midollo spinale, ed è certamente per questa seconda specialità che Schumi e’ finito nelle sue mani. Nei corridoi del Pitiè-Salpetriere, dove è nell’equipe dirigente, Menaschè collabora con Gerard Saillant, un ortopedico di riferimento per gli sportivi, l’uomo che ricostruì più volte, come un puzzle, i legamenti martoriati di Ronaldo, il “Fenomeno”. Menaschè ha brevettato il sistema di infusione per via endovenosa di un composto di sostanze terapeutiche preparate in laboratorio sulla base di cellule staminali. Le Parisien ritiene che l’ex pilota sia a Parigi proprio per questo: Menaschè è convinto che una diffusione di questo suo composto nell’organismo – si tratta di cellule ancora in fase di crescita – può produrre un effetto anti-infiammatorio generale. Da domani mattina, il via alla sperimentazione. Se tutto va bene, Schumi tornerà a casa mercoledì. Per custodire il “segreto medico”, Menaschè e la direzione del Pompidou non hanno confermato queste notizie, senza peraltro smentire. Per Schumacher, si tratterebbe addirittura del terzo viaggio a Parigi. L’ultimo la primavera scorsa, per esami medici al Salpetriare, probabilmente in vista della futura terapia. Che sarebbe dovuta iniziare a luglio, quando un malanno imprevisto impedì il trasporto del paziente. Tutto rinviato a fine ferie, inizio settembre. Adesso, fra mille cautele, la terapia e’ cominciata, nel massimo segreto. Secondo i più informati, uno dei pochi a seguire di persona a Parigi le vicende di Schumi, insieme con l’inseparabile moglie Corinna, e’ l’amico di sempre alla Ferrari, Jean Todt, oggi presidente della Fia, la Federazione dell’automobile
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