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L’omicidio, la fuga ed i pedinamenti: il killer di Ferdinando “tradito” da un familiare

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Una settimana in fuga. Sette giorni a cercare di nascondersi ad un destino che sembrava da subito essere segnato. Luigi Ottavio Manzilli, 33 anni di Mondragone, sarebbe rimasto fuori ancora diversi giorni, sperando che le acque si sarebbero placate per poi cercare di fare ritorno nella sua città che aveva abbandonato, molto probabilmente, proprio mercoledì 4 settembre, poche ore dopo aver esploso due colpi di pistola al petto contro Ferdinando Longobardi, 29 anni, sotto casa della vittima, nel rione San Nicola di Mondragone.
I carabinieri del Reparto Operativo di Caserta sono convinti che sia proprio l’uomo fermato mercoledì notte in un albergo tra Pozzuoli e Quarto il killer del 29enne. E proprio su di lui l’attenzione si era focalizzata nelle ore immediatamente successive all’omicidio: gli inquirenti hanno incastrato i racconti di alcuni testimoni alle immagini delle telecamere presenti nel quartiere ed hanno puntato dritto su Manzilli. Il quale, nelle ore immediatamente successive al delitto, si è allontanato da Mondragone.
Questo ha insospettito ancor di più i carabinieri che hanno iniziato a tenere d’occhio e familiari. C’è voluta tanta pazienza, prima della svolta di mercoledì. Quando i militari hanno pedinato un familiare che, non accorgendosi di essere seguito, li ha condotti fino all’albergo dove si nascondeva Manzilli. Un passo falso che gli è costato l’arresto. Temendo la pericolosità del 33enne, sono entrati in azione ben 20 carabinieri che hanno fatto irruzione nella camera e non gli hanno dato neanche il tempo di capire cosa stesse accadendo.
RESTA DA CHIARIRE IL MOVENTE
Ora l’uomo è in stato di fermo per omicidio, ma le indagini vanno avanti. Sono al vaglio le posizioni di altre persone, tra cui alcuni familiari, che potrebbero aver avuto un ruolo nella fuga e per aiutare a nascondersi. Resta ancora da chiarire il movente dell’omicidio che secondo gli inqurienti è “maturato in un ambiente particolarmente intriso di criminalità” e che potrebbe essere l’epilogo di una serie di dissidi tra la vittima ed il sospettato. Le prossime ore potrebbero essere importanti in tal senso, per chiudere definitivamente il cerchio.

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Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 12 Settembre 2019 - 20:26

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