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Lettara al Ministro della Salute per segnalare l’efficienza e la professionalità del personale dell’Hospice di Solofra

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Cure mediche e assistenza a chi è affetto da malattie progressive e in fase avanzata, con la
finalità di salvaguardare le condizioni e la dignità della persona e per preservare la migliore
qualità della vita possibile. Ed è ciò che quotidianamente avviene presso il Pain Control
Center Hospice di Solofra, il centro residenziale per la terapia del dolore e le cure palliative
dell’Asl Avellino.
Interventi terapeutici, controllo del dolore e dei sintomi del paziente, assistenza psicologica,
sociale e spirituale rivolta anche ai familiari, attività ricreative: l’Hospice di Solofra è da anni
un punto di riferimento di grande eccellenza nel panorama sanitario non solo regionale.
Innumerevoli, da sempre, gli attestati di stima e gratitudine rivolti all’equipe medica dell’Asl
Avellino e alle varie figure professionali della Cooperativa Lavoro per la Salute e della Casa
di Cura Sant’Anna, i due organismi che gestiscono i servizi della struttura sanitaria.
Recentemente, i familiari della signora Alfonsina Barone, originaria di Montefalcione, hanno
voluto inviare al Ministro della Salute una lunga e accorata missiva per segnalare
l’organizzazione, la professionalità, l’efficienza e l’umanità del personale dell’Hospice di
Solofra, che si è distinto per l’impegno rivolto ad alleviare le sofferenze della loro congiunta,
sostenendo la famiglia nel duro e difficile periodo della degenza presso il centro residenziale
di Solofra.
Nella lettera, a firma della figlia Amorosa Guarino, residente a Montemiletto, vengono
citati, con grande apprezzamento, anche il Distretto sanitario di Atripalda e l’Azienda
PAIN CONTROL CENTER HOSPICE DI SOLOFRA

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Ospedaliera Moscati di Avellino, e proprio nell’ospedale del capoluogo la signora Barone ha
trascorso un periodo di degenza ricevendo ottime cure e assistenza.
Questo il testo completo della lettera inviata al Ministro della Salute:
“On. Sig. Ministro, spero vi giungano queste mie parole di ringraziamento ed apprezzamento
sincero verso chi quotidianamente cerca a fatica di tenere alta la dignità propria ed altrui,
compiendo con il massimo delle forze il proprio lavoro contro una realtà che e sempre più
distorta; in un momento storico in cui troppo spesso si sente parlare di malasanità in Italia, e
fin troppe volte il vostro operato è oggetto di severe critiche, ho potuto constatare l’elevato
livello di competenze professionali espresse in tutto il circuito sanitario avellinese. Mi
riferisco in particolare all’A.O.S.G. di Avellino diretta dal dott. Renato Pizzuti, al Direttore
Generale ASL di Avellino, dr.ssa Maria Morgante, al Distretto sanitario di Atripalda, diretto
dal dott. Piero De Masi, ma una nota di apprezzamento e vivo compiacimento va a tutto il
personale del Pain Control Center-Hospice di Solofra diretto dal dott. Vincenzo Pepe.
Ne giungeranno tante come questa mia o forse poche se non nessuna, questo non lo so, ma
desidero solo condividere con Voi, un’esperienza di vita che lascia il segno per sempre; io e la
mia famiglia ci siamo trovati catapultati in una situazione che di sicuro lascerà cicatrice e
ritornerà viva ogni notte fino a che sarà. Tutto inizia dopo un ricovero di mia madre, Barone
Alfonsina, nata a Montefalcione, un piccolo paesino dell’avellinese nel lontano '33, un
ricovero fatto d’urgenza in un pomeriggio di una tranquilla giornata del 21 febbraio 2019
all’Azienda Ospedaliera S.G. Moscati di Avellino. Una corsa in auto, già con la mente rivolta
al logorante pensiero della lunga attesa, che ci sarebbe toccata digerire una volta varcata la
porta del Pronto Soccorso! Ed infatti è alle ore 17 di quel 21 febbraio che inizia la nostra
agonia… un codice giallo che porterà ad una prima visita, per le tante persone richiedenti
ausilio, alle ore 22 circa per poi saper nel cuore della notte che l’Indomani sarebbe stata
necessaria un’ecografia per appurare una situazione che già presagiva al peggio! Una notte
vissuta dalla mia famiglia a casa in un dormiveglia infinito e tormentato, da mia madre su di
un letto al Pronto Soccorso ed al suo fianco una sedia sulla quale ho trascorso l'intera notte,
io sua unica figlia, assistendo ad una situazione quasi da girone "Dantesco" per il continuo
via vai di persone e personale medico costretto a districarsi tra barelle, letti ed incessanti
richieste di aiuto, a volte quasi circense perché come noi tante altre persone si trovano
quotidianamente in simili condizioni ed il personale operante e costretto a delle vere e
proprie magie per cercare di risolvere tutto… (tengo a precisare che il detto Reparto
quotidianamente è costretto a sopperire e a combattere situazioni critiche, fino
all’inverosimile, con mezzi e personale che spesso sono da codici più che rosso
paradossalmente parlando; sfiderei chiunque ma solo loro ci riescono per bravura e
professionalità… e non posso che dire grazie!) … questa notte interminabile mi
accompagnerà purtroppo per qualche giorno con l’incertezza della diagnosi e le continue
domande: “Ma quando saprò cos'è successo a mia madre? Quanto tempo ci toccherà stare
con l’incessante preoccupazione di capire cos'è successo? Si libererà un posto e, se
necessario, porteranno mamma in qualche reparto?”. Nel pomeriggio del sabato stanca e
preoccupata per le condizioni cliniche, mi comunicano che da lì a poco l’avrebbero trasferita
nel reparto di Geriatria dove soggiornerà per poco meno di un mese e dove ha ricevuto le
cure di medici ed infermieri.
Un plauso va a chi ha assistito mia madre e ha confortato me in momenti che andavano
sempre più verso l’oblio… e che hanno trovato una boccata d’ossigeno nell’Hospice – Pain
Control Center di Solofra, un istituto all’avanguardia per le cure palliative. Ancora ricordo
quel viaggio insieme all’ambulanza di pochi chilometri, fatto con l’angoscia ed il tormento di

chi non sa cosa ne sarà. Arrivati al Centro, quasi ad anticipare l’impotenza di chi giunge
verso la grandezza del problema, perché incastonato nel verde frastagliato delle montagne
solofrane sembra di trovarsi in un villaggio turistico di alta montagna, per tranquillità, colori
e sorrisi di chi, per primo e alla porta ad attenderti, nonostante in cuor suo sa che ti sei
recato lì perché hai bisogno di aiuto morale e fisico e non per “mettere alla luce un pargolo
da amare”. Purtroppo varcare quella soglia ti porta in una realtà dove tutto perde di
importanza… ogni cosa inizia ad assumere sfumature cupe… da quel giorno in poi vedrai
tutto con occhi diversi perché ci si rende conto che quando tutto il possibile è stato fatto
nulla più si può! Ed è così che inizi ad incassare i duri colpi di un male che silenziosamente
avanza… stravolge chi ce l’ha e te che stai vicino… ti consuma… sembra di sprofondare a
volte nel silenzio quasi desolante in certi momenti dell’Hospice… ma gli squilli dei
campanelli, quasi come sirene d’allarme, ti svegliano, riportandoti vigile, in compagnia di
qualche lacrima, che angeli dai camici “verdi e blue” con molto amore e dedizione verso il
proprio lavoro… asciugano e cercano a modo proprio di far tramutare in gioia! Questi…
angeli sono come ombre perché appaiono ad ogni squillo di campanello o minima richiesta,
sono sempre presenti e molto amorevoli nell’accudire pazienti e familiari all’occorrenza,
nonostante siano impegnati in un incessante lavoro di sostegno fisico, psicologico e morale.
Fanno parte di questo staff: medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari, che con
grande dedizione e professionalità svolgono questo delicato lavoro. Non posso che
ringraziare tutti… benedico di cuore lo staff medico composto dal Dott. Vincenzo Pepe –
dirigente medico oncologo, coordinatore dell’Hospice di Bisaccia e di Solofra dell’ASL
Avellino, dalla dr.ssa Carmela Fasano e dalla dr.ssa Luisa Rizzo. Poi la caposala Emilia Cetro;
il responsabile URP, dott. Carmine Clericuzio; la sociologa, dr.ssa Elena De Vinco; la
psicologa, dr.ssa Elena Altieri; gli infermieri Guido Landi, Francesca Giorgione, Alfonsina
Buongiorno, Francesca Rea, Cristian Adiletta, Antonella Giaquinto, Antonio Covino, Rosanna
Meriano, Federica Giliberti, Annamaria Matrone; gli operatori socio sanitari Patrizia Ciampi,
Patrizia Marano, Giacomo Amendola, Diletta Di Lorenzo, Lucrezia D'Errico, Loredana
Chiavistelli, Angela Sacco, Rosa Sannino, Emilio Spiniello, Amalia Picariello, Nunzio Simeone,
Rita Di Prizio; le addette ai servizi del Centro, Michela Aversa e Angela Ciampa.
Il mio abbraccio più caro va a tutti Voi che avete reso meno doloroso ogni rintocco di
orologio che è trascorso dall’ingresso nel vostro Centro; spero che queste mie parole siano
percepite non solo come un “grazie” ma siano messaggio di stima e affetto, un segno di
forza a non arrendersi mai soprattutto verso l’indefinito che non lascia possibilità a chi ha
l’amara disavventura di doverlo incrociare lungo il proprio cammino e doverci convivere. Ho
iniziato a vivere come se tutti i giorni fossero uguali ma che al calendario hanno segnato
ricorrenze e compleanni, per ultimo proprio quello di mia madre, che non torneranno mai
più come quelli che furono e che forse grazie a Voi tutti, io e la mia famiglia, abbiamo potuto
condividere per un’ultima volta! Ho respirato e avvertito quel sostegno, giorno dopo giorno,
mentre un momento dopo l’altro ho apprezzato la passione con cui ogni singolo operatore,
medico, infermiere, o personale di servizio che fosse, ognuno a modo suo, si è dedicato
quotidianamente alla mia situazione.
Sorrisi, frasi non scontate, parole di sostegno e di conforto non costano nulla, ed al Pain
Control Center sono stati donati con generosità. Le capacita professionali, la quasi normale
accessibilità ai rapporti con il personale medico ed infermieristico, la disponibilità costante
nel fornire spiegazioni e nel preoccuparsi di aggiornare noi familiari, hanno reso e
continuano a rendere questi momenti meno amari. Credo infine che chiunque, malato o

familiare che sia, abbia il diritto di vivere fino alla fine con la massima dignità e questo
all’Hospice di Solofra è stato possibile.
Sono consapevole che questa odissea è stata caratterizzata da momenti di sconforto…
amarezza … accettazione… lacrime versate… di infiniti perché… di momenti critici… ma è
altrettanto vero che grazie a Tutti Voi si è riuscito ad instaurare un equilibrio tra sofferenza e
consolazione, tra sconforto e rassegnazione, che ha reso il più insuperabile dei problemi
meno pesante da digerire se pur irrisolvibile.
La mia più riconoscente gratitudine ed amorevole benedizione va anche al Direttore
Generale dell’A.O.S.G. di Avellino, dott. Renato Pizzuti, al Direttore generale ASL di Avellino
dott.ssa Maria Morgante, e al Direttore Sanitario del Distretto di Atripalda dott. Piero De
Masi, che sono i promotori di un’organizzazione sanitaria che sa distinguersi in momenti
forse che a livello nazionale è un po’ deficitaria. Spero che queste mie parole giungano a
Tutti i menzionati con la massima stima ed affetto possibile.
A tutto il personale menzionato, altamente qualificato, che tra infinite difficoltà
organizzative, logistiche ed economiche, continua a credere con fermezza nella propria
difficile missione, voglio esprimere gratitudine e riconoscenza per accompagnare e sostenere
chi come me si trova a vivere esperienze del genere.
Qualcuno potrebbe pensare o rispondere: "… beh, facciamo solo il nostro lavoro !". Da parte
mia posso solo replicare dicendo che "… non tutti svolgono il proprio lavoro con la stessa
voglia o amore!”.


Articolo pubblicato il giorno 30 Settembre 2019 - 19:44

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