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Le vedette del clan controllavano il rione dello spaccio in sella a bici elettriche

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Nelle prime ore di questa mattina, in Napoli, Castellammare di Stabia e Pompei  i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castellammare di Stabia, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli territorialmente competenti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 indagati (9 dei quali raggiunti dalla misura cautelare della custodia in carcere e 3 da quella del divieto di dimora nella regione), ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla finalità di agevolare il locale clan camorristico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

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L’indagine, diretta da questa Procura Antimafia e condotta dai predetti militari della cittadina stabiese, ha avuto inizio nel 2015 quando un esponente di spicco della famiglia egemone nel rione Savorito, quella degli Imparato (anche conosciuti col nome dei Paglialoni, fiancheggiatori del clan D’Alessandro), ha avvicinato il titolare di un esercizio commerciale per imporgli la fornitura di estintori.

La conseguente attività investigativa, compiuta soprattutto attraverso attività tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito di:
– accertare l’attività estorsiva posta in essere da alcuni degli indagati che, appartenenti alla famiglia Imparato, effettuavano, per conto di terzi, il recupero di crediti insoluti anche nei confronti di soggetti asseritamente appartenenti ad altri clan;
– smantellare, grazie ai numerosi arresti, perquisizioni e sequestri di stupefacente, la storica “piazza di spaccio” del quartiere stabiese del rione Savorito, facente capo agli Imparato, all’interno della quale operavano, con precise mansioni, addetti alla vendita di cocaina, marijuana e hashish (costantemente rimpiazzati dopo gli arresti), custodi della droga e vedette che, in sella di biciclette elettriche, per le vie del rione, erano poste a guardia del dispositivo;
– appurare che l’organizzazione aveva la disponibilità di armi da fuoco e che, sebbene autonomamente gestita, parte degli introiti derivanti dall’illecita attività andavano ad alimentare le casse del clan D’Alessandro;
– documentare, tra gli altri, un episodio nel corso del quale un assuntore veniva dapprima violentemente aggredito, per essersi approvvigionato di stupefacente da una “piazza di spaccio” concorrente, per poi essere “riabilitato” dal capo dell’organizzazione in quanto cliente abituale.

Dopo la notifica, i 9 arrestati verranno messi a disposizione dell’A.G. mandante presso la casa circondariale di Napoli – Poggioreale mentre i restanti 3 comunicheranno ai carabinieri competenti per territorio il nuovo domicilio per consentire i controlli.
In carcere sono finiti i boss Michele Imparato “zì Peppe” e suo fratello Salvatore “Totore ‘o paglialone”, insieme a Ciro Amodio, Nicola Capasso, Gregorio Cesarano, Giovanni Di Maio, Giovanni Longobardi, Francesco Massa e Silvio Onorato. Obbligo di dimora fuori dalla Campania per Pasquale Cabriglia, Catello D’Auria e Domenico Fortunato.


Articolo pubblicato il giorno 9 Settembre 2019 - 09:48


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