Traffico di rifiuti dall’Italia verso il Sud est asiatico. Il tema è stato affrontato nell’ambito del Forum Polieco, dove è intervenuta la ministra della Malesia delegata alla gestione delle materie plastiche, Zuraida Binti Kamaruddin. Dopo lo stop all’importazione da parte della Cina, i flussi hanno cambiato destinazione e proprio la Malesia, con Thailandia e Vietnam, costituisce una delle nuove mete dei rifiuti che partono dai porti italiani.
“Nessun pregiudizio nei confronti dell’importazione dei rifiuti plastici, che può essere per il nostro Paese un’opportunità economica”, ha detto la rappresentante del governo malese, “tuttavia la cattiva gestione dei rifiuti plastici ci preoccupa moltissimo, perché bisogna garantire che non ci siano materiali sporchi e i controlli devono essere serrati”.
La ministra non si è detta contraria all’esportazione, ma ha parlato di misure rigide: “Autorizziamo solo l’ingresso di materiali di tipo omogeneo, ma il problema sorge quando ci sono imprese disoneste che esportano con codici falsati e allora, per impedire circuiti illegali, c’è l’esigenza di stringere accordi responsabili con i Paesi che inviano i rifiuti”.
La ministra malesiana, in un incontro a margine del forum, ha incontrato il direttore Claudia Salvestrini, il presidente Enrico Bobbio del Polieco e il senatore Salvatore Micillo, già sottosegretario all’Ambiente, che trasferirà al ministro Costa la proposta di un tavolo mirato al monitoraggio dei flussi dall’Italia verso la Malesia, così da costruire un modello che possa essere “replicato anche per altri Paesi”.
“Le maglie del traffico illecito dei rifiuti – ha sottolineato Salvestrini – si è allargata e spesso si insinua nei circuiti legali, di qui la necessità di un’azione di monitoraggio e controllo sempre più efficace. Tutelare l’esportazione legale significa sostenere l’impresa etica e percorrere strade che non portino a trasformare gli altri Paesi in pattumiera del mondo”.
Al Forum ha preso parte anche il capogruppo dell’opposizione del parlamento albanese, Kujtim Gujiuzi, che ha denunciato la presenza di rifiuti radioattivi arrivati nel suo Paese attraverso le esportazioni e il viceministro dell’Ambiente dell’Albania Ornela Cuci, che ha illustrato le scelte del suo governo in merito alla gestione dei rifiuti.
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