Anche i giocatori della Juventus devono capire chi comanda tra gli ultra’. Scegliendo il settore giusto della curva, per esempio, quando lanciano la maglietta verso i tifosi. Era questo l’atteggiamento dei Drughi secondo il disegno che ne ha fatto la procura di Torino nelle carte dell’indagine che lunedi’ scorso ha portato a dodici arresti per le pressioni esercitate sulla societa’ bianconera. Nella richiesta di custodia cautelare il pubblico ministero cita una telefonata in cui i Drughi si lamentano di Federico Bernardeschi. L’attaccante, alla fine della Lazio-Juventus dello scorso 27 gennaio, giocata all’Olimpico di Roma, aveva sbagliato la zona di lancio. La maglietta, cosi’, era diventata un trofeo dei ‘Tradizione’. A dispetto delle velleita’ di predominio dei Drughi. “Il riconoscimento della forza e del potere dei Drughi rispetto agli altri gruppi ultras deve avvenire anche da una parte dei giocatori della societa'”, scrive il sostituto procuratore Chiara Maina riportando i brani di una conversazione tra il capo del gruppo, il presidente Geraldo Mocciola, e uno dei ‘colonnelli’, Domenico Scarano. “‘Sta storia – dice Scarano – deve finire. Hanno rotto veramente i c…. Noi eravamo proprio sotto qua, no? Trenta metri per buttare la maglia di la’. Bernardeschi ha preso la maglia e l’ha buttata dalla loro parte, capito? Ci e’ passato davanti ed e’ andato direttamente li’ a buttargli la maglia”. Poi chiede a Mocciola: “Ma glielo hai detto a questi oh? Ma non e’ venuto nessuno, e’ venuto solo questo”. Per dimostrare le loro tesi, gli inquirenti si servono anche del documentario ‘Ragazzi di stadio – quarant’anni dopo’, realizzato da Daniele Segre e presentato al Torino Film Festival del 2018. Il regista piemontese (che nel 1980 aveva firmato un primo ‘Ragazzi di stadio’) intervista alcuni esponenti dei Drughi e il commento del pm Maina e’ che la pellicola “consente di apprezzare, anche ai fini della presente indagine, l’organizzazione piramidale del gruppo e la forza carismatica dei suoi capi”. Il magistrato non manca di citare una dichiarazione di Scarano che suona come un autogol dove dice che “il suo compito all’interno del gruppo e’ quello di ‘responsabile organizzatore di eventuali scontri con altre tifoserie'”. Gli indagati sono poco meno di una quarantina. Oggi e’ stato interrogato dal gip uno degli arrestati, Umberto Toia, il leader dei ‘Tradizione’, il quale, assistito dall’avvocato Ennio Galasso, ha negato qualsiasi pressione di tipo estorsivo sulla Juventus.
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