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L’artefice ‘fantasma’ della frode fiscale era in strada mentre i finanzieri facevano il blitz a casa sua

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Era praticamente invisibile agli occhi di tutti. Di lui si conoscevano poco: 61 anni, nato a Udine, una moglie dalla quale si è separato. Massimo Galotto era ricercato da 20 anni ed era molto ricco, ma aveva una vita piuttosto discreta e infatti nel Casertano, dove oggi è stato fermato dalla Guardia di Finanza poco distante dall’appartamento dove era stata segnalata la sua presenza, viveva nell’ombra. Il suo proprietario di casa da lui percepiva soldi in nero. Galotto per gli inquirenti è il regista della frode fiscale da oltre 20 milioni di euro su cui si sta facendo luce. I finanzieri di lui avevano una vecchia foto, ma non era cambiato molto e così quando lo hanno intravisto poco distante dal luogo in cui era in corso il blitz lo hanno fermato e sequestrato uno zaino e il suo contenuto.
Nato a Udine ma in Campania da tempo, una vecchia carta d’identità. Segni particolari: irreperibile da venti anni. Da queste scarne informazioni è partito il Nucleo di Polizia Economico-finanziario della Guardia di Finanza di Napoli che oggi, nell’ambito di un’ indagine coordinata dalla Procura di Napoli (sostituto procuratore Lucio Giuliano) è riuscito a bloccare l’artefice di una frode fiscale da 4 milioni di euro su cui si sta facendo luce. Il nome dell’operazione – “maschera di ferro” – si ispira proprio a questo personaggio, definito “inquietante” dagli investigatori, di cui, finora quasi niente si sapeva. I finanzieri, stamattina, si sono recati nell’ultima abitazione, nel Casertano, dove l’uomo era stato segnalato: i proprietari dell’appartamento (modesto, proprio per non dare nell’occhio) che percepivano l’affitto in nero, hanno riferito ai militari di non avere, da tempo, notizie del loro inquilino. Ma lui era lì, a poca distanza, mentre – sicuro di non essere riconoscibile – si godeva la scena. E invece i finanzieri, in possesso di una sua foto, hanno intuito che potesse essere nei paraggi e sono riusciti a individuarlo e a bloccarlo. Gli è stato sequestrato tutto quello che aveva in quel momento con se (chiavi dell’auto, documenti, cellulari, carte di credito e, quindi, anche conti correnti). Da ulteriori accertamenti potrebbero emergere nuovi profili e, forse, anche altre responsabilità. Individuarlo non e’ stato facile: ci sono voluti mesi di appostamenti, attività tecniche (anche con gps) e di riscontri, per stringere il cerchio. Il 60enne non ha una residenza, non ha alcun bene intestato, non ha alcun cellulare intestato (i suoi numeri telefonici, che cambiava spessissimo, erano tutti intestati ad altri). Inoltre non aveva alcun rapporto con la moglie da cui si è separato.


Articolo pubblicato il giorno 4 Settembre 2019 - 12:48
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