Era scomparso dal 9 luglio, dopo aver annunciato che sarebbe rientrato in Italia per raggiungere la sua compagna. E invece Vittorio Barruffo, con ogni probabilita’ inseguito e raggiunto da un passato fatto di violenza e vendette, dal paese di Montalieu-Vercieu dove faceva il capocuoco in una pizzeria, non si è mai allontanato. Il suo corpo, smembrato e irriconoscibile, è stato trovato da un cacciatore in un boschetto. E’ stato identificato dal DNA. Barruffo era nato a Napoli, aveva 44 anni, e nel sud della Francia, regione dell’Isere, proprio a ridosso del confine con l’Italia, c’era arrivato due anni fa per ricominciare da capo. Stando alle ricostruzioni dei media locali, la scelta di Montalieu-Vercieu, un paesino di 3.400 abitanti sperduto nella campagna, aveva lo scopo di farsi dimenticare, di far perdere le proprie tracce e di rifarsi una vita. Barruffo, ricordano le fonti francesi, era stato vittima nel 2009 di un tentativo di omicidio a Viareggio, dove era andato a trovare sua figlia, che aveva 6 anni. Il nuovo compagno della sua ex lo aveva accoltellato e lasciato mezzo morto. I medici lo avevano salvato asportandogli la milza. Nel suo movimentato passato in Italia, ci sono soggiorni in carcere per violenze coniugali e per spaccio di stupefacenti. In Francia, Barruffo si era trasferito con la nuova compagna, che lavorava con lui nella pizzeria ‘Emozioni’. Ma anche con lei i rapporti si sono fatti difficili, tanto che la donna, a giugno, aveva deciso di tornarsene in Italia. Trascorso un mese, Barruffo aveva annunciato ai suoi amici e conoscenti in Francia che sarebbe rientrato anche lui per raggiungere la compagna. “questo ritorno in Italia lo stressava, aveva paura”, dicono alcuni testimoni citati dal quotidiano locale Le Dauphine’ Libe’re’. Il 9 luglio, l’ultimo giorno in cui è stato visto vivo, firmò con il padrone della pizzeria i documenti che sancivano la fine del suo periodo di lavoro. In Italia, nessuno lo vide arrivare e la preoccupazione e’ aumentata con il passare delle settimane, poi dei mesi. Tanto più che nella sua camera in affitto a Montalieu-Vercieu fu ritrovata la valigia con la quale avrebbe dovuto rientrare in Italia. In Francia fu aperta un’inchiesta per sparizione sospetta, poi – quando domenica scorsa un cacciatore ha trovato un cadavere avvolto in un telo di plastica – gli inquirenti hanno capito che poteva trattarsi di lui. L’esame del DNA ha dato la conferma, ma prima di questo, il ciondolo con crocifisso che Barruffo portava al collo in tutte le foto diffuse in questi mesi era proprio lo stesso di quello ritrovato sul cadavere. “Le mutilazioni sul suo corpo – hanno spiegato fonti giudiziarie francesi, che si orientano verso la pista mafiosa – non fanno pensare a un delitto comune. Braccia e gambe della vittima non sono stati trovati. La morte, secondo il medico legale, è sopraggiunta per le “numerose lesioni craniche provocate da uno strumento contundente”, ha spiegato il procuratore di Grenoble, Eric Vaillant.
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