Martedì 24 settembre scade la cassa integrazione. E sul piatto c’è anche la procedura di licenziamento per 350 dei 706 addetti del sito. La situazione della Jabil Circuit Italia di Marcianise, multinazionale statunitense delle telecomunicazioni, è davvero molto preoccupante. E a nulla hanno portato i due giorni di trattativa (giovedì 5 e venerdì 6), convocati dopo un periodo d’intensa mobilitazione dei lavoratori, dove si è registrata una sostanziale rottura tra azienda e sindacati. Per oggi (mercoledì 11 settembre) è in programma un’assemblea dei lavoratori presso lo stabilimento, dove verranno decise le nuove iniziative da intraprendere.
“La ripresa del confronto sospeso venerdì in tarda serata non ha prodotto l’auspicato accordo fra le parti”, commenta Francesco Percuoco, segretario generale della Fiom Cgil territoriale: “Abbiamo ribadito, al fine di scongiurare il drammatico impatto sociale, la necessità del ritiro della procedura dei licenziamenti e l’utilizzo di ulteriori sei mesi di cassa integrazione straordinaria che devono essere autorizzati dal ministero del Lavoro. Nel frattempo, occorre prevedere un esodo volontario e incentivato, insieme a un processo di reindustrializzazione qualificante per i lavoratori da affrontare in un specifico incontro al ministero dello Sviluppo economico”.
L’azienda sostiene, invece, che gli esuberi denunciati nella procedura di licenziamento collettivo (avviata il 24 giugno scorso), fermo restando la concessione della proroga in deroga della cassa integrazione da parte del ministero al Lavoro, possono trovare una concreta possibilità di gestione solo attraverso un programma di reimpiego forzato o a un esodo volontario. Un’impostazione che i sindacati hanno respinto. Si è dunque approdati alla stesura di documenti separati, mentre un nuovo tavolo di trattativa per ora non è stato fissato.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 11 Settembre 2019 - 08:23