Una campagna contro ogni forma di pregiudizio, contro ogni forma di discriminazione, che angoscia, che isola, che fa vivere male. È questa l’idea del Gay Pride che si terrà a Sorrento il 14 settembre 2019. Manifestare liberamente per affrontare tematiche importanti, non soltanto la lotta all’omofobia, ma anche al razzismo, al bullismo e a tutti quegli stereotipi culturali, che opprimono la vita di chi li vive, di fatto limitandola. Lo scopo è quello di esorcizzarli. Si parte da uno slogan semplice, riprendendo un classico della cultura napoletana, che punta all’ironia: “Magnate ‘o limone”, un modo per ricordarci che il tempo dell’intolleranza è finito e a chi non sta bene non resta che farsi andare giù la cosa, anche se non piace. Madrina dell’evento sarà la transgender napoletana Rosa Rubino. L’opinione pubblica si è mostrata subito spaccata dinanzi a questa iniziativa, infatti anche se in tanti hanno espresso con entusiasmo il loro plauso, non sono mancate invettive e insulti contro i partecipanti. Le stesse difficoltà, che i promotori stanno riscontrando anche nell’organizzazione concreta, così come riporta il comunicato di denuncia redatto dagli organizzatori. Frasi come “ho due figli, un maschio e una femmina e non sono omosessuali, altrimenti li avrei già cacciati di casa e gli avrei insegnato a campare” oppure “vi prenderanno a pietrate” riportate nel comunicato, sono state pronunciate da alcuni commercianti contro il gruppo di volontari, allorché hanno iniziato la loro campagna di sensibilizzazione e sostegno per questa iniziativa. Il testo, un grido di ribellione a quelle parole dure ricevute è il segno tangibile, che la lotta al pregiudizio è ancora in salita.
Marcella Aliberti
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