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La Guardia di Finanza di Brescia ha scoperto una maxi Frode fiscale nel settore del commercio dei metalli, che ha visto coinvolte, a vario titolo, 29 persone, 26 societa’ con sede in Italia (nelle province di Brescia, Milano, Biella e Napoli) e Ungheria, e 7 ditte individuali bresciane. Le Fiamme gialle su ordine del gip del tribunale di Brescia Riccardo Moreschi ha arrestato tre persone ritenute responsabili della Frode. L’attivita’ d’indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Brescia, ha portato a svelare un’imponente “Frode carosello” perpetrata in uno dei settori industriali piu’ peculiari e strategici della provincia bresciana, a danno non solo dell’erario nazionale (stante un’evasione d’imposta stimata in circa 16 milioni di euro), ma anche di tutte le imprese che operano nel pieno rispetto della legge e in applicazione delle regole di libera e leale concorrenza di mercato. Gli artefici della Frode, infatti, grazie a un giro di fatture false complessivamente quantificato in oltre 140 milioni di euro, da un lato hanno mascherato l’acquisto “in nero”, a prezzi molto piu’ convenienti rispetto a quelli di mercato, di beni successivamente reimmessi nel circuito economico con margini di guadagno nettamente superiori alla media (in totale spregio del principio di leale concorrenza economica); dall’altro, hanno evaso imposte per milioni di euro, “spostando” l’obbligazione tributaria in capo soggetti che non pagavano le imposte dovute.
I finanzieri del Nucleo di polizia Economico-finanziaria di Brescia hanno concentrato sin da subito l’attenzione su un vorticoso giro di contante prelevato in Ungheria, con cadenza periodica, a seguito di bonifici disposti dall’Italia. I successivi approfondimenti investigativi, sostanziatisi anche nell’esecuzione di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche, hanno portato quasi subito a sequestrare, al confine italo-sloveno di Fernetti, oltre 400 mila euro di denaro contante nascosto in auto. Un secondo, analogo sequestro e’ stato eseguito la scorsa primavera, quando i finanzieri della Tenenza di Desenzano del Garda hanno proceduto al controllo di due persone nei pressi di Lonato del Garda, trovate in possesso di oltre 78 mila euro in contanti che e’ stata sottoposta a sequestro. Come ricostruito dagli investigatori, la monetizzazione dei profitti derivanti dal giro di fatture false avveniva grazie a conti correnti aperti in Ungheria, ove gli artefici della Frode si recavano regolarmente (spesso viaggiando in aereo) a prelevare il contante da riportare in Italia attraverso il confine italo-sloveno. Denaro contante al quale gli indagati, temendo probabilmente di essere intercettati, facevano riferimento con un linguaggio criptico comunque decifrato dai Finanzieri.
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