Fine pena mai per il 20 del rione Sanità, Francesco Schiattarelli. E’ la richiesta avanzata dal pm Maria Francesca Cerchiara della procura di Paola in provincia di Cosenza, nell’ambito del processo, che si sta svolgendo con il rito abbreviato, per l’omicidio del 23enne cosentino Francesco Augieri, figlio di un noto medico dell’Asp di Cosenza, avvenuto il 22 agosto 2018 a Diamante. La vittima intervenne per difendere il suo amico delle vacanze Raffaele Criscuolo, 28enne di Boscotrecase (difeso dall’avvocato Elio D’Aquino) e che sarà sottoposto a processo con rito ordinario a fine ottobre e accusato di concorso anomalo in omicidio perché secondo gli inquirenti avrebbe esposto l’amico al pericolo di morte. Presso la Procura per i Minori pende invece un altro procedimento nei confronti di F. D’A. un giovane della provincia di Caserta, amico di Schiattarelli, che avrebbe partecipato alla rissa. Schiatarelli si costituì nel carcere di Secondigliano dopo alcuni giorni di latitanza. “Sono stato ferito dai napoletani” così riferì Francesco Augeri prima di essere messo in ambulanza e morire pochi minuti dopo. A riferirlo agli investigatori fu successivamente una donna che lo aveva soccorso. La vittima fu ucciso per aiutare il suo amico, Raffaele Criscuolo, pestato e accoltellato da tre napoletani. A scatenare la scintilla una spallata e una frase: ‘Tagliati questi capelli ricchione’. E’ il ‘la’ per una notte di follia. Quella frase, pronunciata da Raffaele Criscuolo ferito ad un gluteo durante la rissa di quella notte, nei confronti di F. D’A., minorenne e amico di Francesco Schiattarelli, fu il banale quanto folle inizio di una tragedia. Una spallata, davanti alla statua di Padre Pio alla discesa Corvino, nel centro abitato di Diamante, fu il movente di un omicidio. A raccontare il primo ‘contatto’ tra il gruppo di napoletani e Criscuolo, amico di Augeri, proprio un’amica del giovane dai capelli lunghi che indossava una felpa a strisce rosse. La ragazza era in compagnia del minorenne e di un’altra coppia quando Criscuolo, risalendo la rampa ha urtato F.D’A., senza un motivo apparente. Una spallata poi il minore della provincia di Caserta si è diretto verso il bar Ketty – forse inseguendo – proprio Criscuolo, per risalire alcuni minuti dopo insieme ad altri ragazzi. La prima testimone ha raccontato ai carabinieri che arrivata dinanzi alla statua di Padre Pio ha visto il ragazzo con il pantalone beige (cioè Criscuolo) con la coscia sanguinante, mentre tutti scappavano nella direzione opposta. “So che F. D’A. è amico di Francesco Schiattarelli – dice a ragazzina – che quella sera era al bar Ketty verso le 2,30, ma a Schiattarelli non l’ho visto risalire insieme agli altri. Non conosco i ragazzi che sono risaliti con F. D’A. dopo l’episodio della spallata. Posso solo dire che si trattava di sei o sette ragazzi presumo tutti minorenni”.
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