Il governo Conte II incassa la prima fiducia con 343 si’ (263 i voti contrari). Ma l’Aula della Camera si trasforma, per un’intera giornata, in una curva da stadio, con cori urlati a ripetizione, bandiere sventolate e un clima che supera in piu’ occasioni i livelli di guardia. Il tutto mentre davanti Montecitorio va in scena la piazza mobilitata da FdI e Lega, che gridano al tradimento della volonta’ popolare e invocano le urne. E’ rissa pressoche’ costante nell’emiciclo, anche se non si arriva mai a menare le mani. Ma il livello verbale di scontro non lascia dubbi su quanto accadra’ nei prossimi mesi in Parlamento, con M5s e Pd a fare quadrato attorno all’esecutivo, e Lega e FdI a tentare di ‘balcanizzare’ i lavori parlamentari, grazie anche alla guida leghista di 11 commissioni, tra cui la Bilancio alla Camera e la Finanze al Senato. Nessuna sorpresa sui numeri: la neonata maggioranza giallorossa si attesta a quota 343. Votano a favore della fiducia Pd, M5s e Leu. Votano a favore anche i 3 deputati di +Europa (mentre Emma Bonino domani al Senato votera’ contro), cosi’ i 4 di Civica popolare. Si astengono le minoranze linguistiche. Votano contro Lega, FdI e Forza Italia (con toni assai piu’ pacati e senza gridare all’illegittimita’ del governo). E’ no anche per i 3 deputati di Sogno Italia e i 4 di Noi con l’Italia. L’esecutivo domani dovrebbe superare senza problemi anche lo scoglio del pallottoliere al Senato: la maggioranza dovrebbe attestarsi intorno ai 168 voti (ma c’e’ chi e’ pronto a scommettere che i si’ arriveranno a 171, gli stessi incassati 14 mesi fa dal primo governo Conte). Numeri a parte, e’ il clima da battaglia a caratterizzare la lunga giornata a Montecitorio, quasi 12 ore tra intervento di Conte, dibattito, repliche e dichiarazioni di voto. Gia’ dalla mattina, mentre i deputati raggiungono il palazzo alla spicciolata, con tanto di trolley al seguito, l’atmosfera e’ tesa. La Camera e’ blindata: varchi di accesso transennati e forze dell’ordine a presidiare le vie limitrofe. La piazza antistante e’ completamente off limits. C’e’ la manifestazione di FdI, a cui ha aderito anche la Lega. Palco centrale e bandiere tricolori, al motto di “no al patto della poltrona”. Quando arrivano i due leader, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, le trentamila persone accorse (per gli organizzatori) si infiammano. Piu’ o meno in contemporanea e’ Giuseppe Conte ad affrontare la sua ‘piazza’, l’emiciclo di Montecitorio. E da subito e’ chiaro a tutti che non sara’ una passeggiata.
Articolo pubblicato il giorno 9 Settembre 2019 - 22:55