Il rappresentato dovrebbe decidere sempre, salvo quando lo puo’ fare solo il suo rappresentante. Succede quasi sempre il contrario. E’ quanto afferma Davide Casaleggio in un lungo intervento sul Corriere della Sera richiamato in prima pagina, in cui dice che “aggrapparsi alle tradizioni ignorando le possibilita’ del presente crea sette brevi paradossi della democrazia”. Che si parli di riunioni degli azionisti di un’azienda o di un partito politico, secondo Caseleggio, “i delegati o i rappresentanti scelti sono soluzioni temporanee a un problema legato all’efficienza decisionale, non all’incompetenza nel saper decidere cosa e’ meglio”. Ecco perche’ “quando e’ possibile, e’ importante che siano i rappresentati a poter decidere”. E “ora e’ il momento di superare le tecnologie del quindicesimo secolo per quanto riguarda il voto e la partecipazione alla vita della propria comunita'”, prosegue Casaleggio. Chi sostiene che il voto online sia pericoloso, al presidente di Rousseau ricorda molto “l’introduzione del treno nel 1800: illustri scienziati sostenevano che viaggiare oltre i 30 km/h (la velocita’ massima delle carrozze di allora) potesse spezzare le ossa dei passeggeri. La paura del futuro si supera con la cultura e con l’esperienza”. Chi, invece, sostiene il modello dei partiti come strumento di democrazia “e’ colui che si lamenta della bassa rappresentanza rispetto agli elettori dei movimenti”, fa notare Casaleggio. E aggiunge che “ci si preoccupa piu’ che chi vota ‘sbagli’ a votare che non di spiegargli le nostre ragioni”. Poi osserva che se pensiamo che la maggioranza della nostra comunita’ prendera’ la scelta che riteniamo sbagliata “e’ nostro compito impegnarci a convincerla del contrario. Se non lo facciamo probabilmente non pensiamo che sia importante farlo, o di non essere nel giusto fino in fondo o di non essere in grado di convincerla con le nostre ragioni”. Secondo Casaleggio, “l’intellighenzia di una comunita’ decide il meglio per il proprio futuro”. E fa notare che le scelte politiche “impattano sulla nostra vita e in alcuni casi anche su quelle dei nostri figli”. Poi osserva che chi pensa che solo gli esperti del tema possano scegliere “confonde la conoscenza con la scelta”. Perche’ “gli esperti possono spiegare il tema (es. i rischi del nucleare) e l’ impatto che avra’ una decisione sulle nostre vite, ma la decisione finale (es. se correre quel rischio) deve essere la comunita’ a prenderla, se e’ possibile”
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