In una mostra multimaediale, si racconterà con la sua voce l’indimenticabile Bud Spencer. Morto nel 2016, Carlo Pedersoli all’anagrafe, è stato un attore, un atleta, un campione di simpatia e umanità che ha unito e tutt’ora unisce tante generazioni. L’originale esposizione (13 settembre – 8 dicembre) verrà ospitata dalla sala Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli, a pochi passi dalla casa dove l’artista nacque, a Santa Lucia. Una statua nel centro di Budapest, una a Livorno, una piscina in Germania – paese in cui è adorato – sono gli omaggi al più tenero degli ‘scazzottatori’ e che testimoniano un affetto sempre vivo a tre anni dalla sua scomparsa. Ma è la sua Napoli che gli riserverà il primo grande tributo italiano. “Sei italiano?” chiesero a Bud nel celebre “Piedone Lo Sbirro”: “No, sono napoletano” fu la risposta diventata da allora una bandiera per i fan partenopei. Lui che Napoli l’aveva lasciata negli anni Quaranta del secolo scorso ma mai dimenticata e sempre difesa. “Il suo volto, la sua voce, la sua straordinaria gestualità fanno ormai parte dell’immaginario collettivo condiviso da tutte le generazioni, rendendolo un personaggio familiare a livello internazionale”, spiegano gli organizzatori della mostra costruita insieme alla famiglia Pedersoli, la moglie Maria Amato e i figli Giuseppe, Cristiana e Diamante, attesi insieme a tanti amici per l’inaugurazione del 12 settembre. Il percorso espositivo è curato da Umberto Croppi, co-produttori Equa e Istituto Luce-Cinecittà con il supporto di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e l’ospitalità del Polo museale della Campania. Progetto allestimento e video installazioni sono a cura di Art Media Studio – Firenze. Dedicargli questa mostra non sarà solo il modo di celebrare la carriera di uno dei protagonisti della cinematografia internazionale, tengono a spiegare, ma anche l’occasione per restituire l’immagine completa di un grande interprete del cinema italiano, dagli spaghetti western (gli unici ammessi all’epoca nell’est europeo, dove è stato un vero divo) a opere come ‘Cantando dietro i paraventi’ di Olmi, alla fiction tv. La mostra multimediale racconterà quindi tutti gli aspetti del gigante Bud, nome ispirato a una birra, mentre il cognome è un omaggio a un divo buono per antonomasia, Spencer Tracy. Sarà dunque un’immersione nel mondo intorno a lui, a cominciare naturalmente dal suo straordinario partner e amico vero Terence Hill, senza dimenticare i tanti importanti registi che lo hanno diretto: Steno, Olmi, Festa Campanile, Montaldo, Colizzi, Clucher e ancora Argento, Castellari, Deodato. Non mancherà la musica, perché celebri furono le colonne sonore dei suoi film, scritte da Micalizzi, dai fratelli De Angelis, da La Bionda, solo per citarne alcuni. Un viaggio guidato dalla riproduzione della sua voce, tra impianti multimediali, videomapping, proiezioni su pannelli, oggetti di scena, premi italiani ed internazionali ricevuti sia come artista che come sportivo, articoli di giornali in tante lingue, poster, manifesti di film, bozzetti originali, foto pubbliche e private, gadget. Il progetto espositivo sarà completato da una monografia contenente anche documenti non presenti nell’esposizione.
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