Arrivano dalla Spagna le ‘Baby pelones’, bambole senza capelli come i tanti bambini e bambine malati di cancro. Nate nel 2014 grazie alla Fondazione Juegaterapia, che aiuta i piccoli pazienti attraverso attività ludiche, la loro vendita in Italia finanza progetti di ricerca della Pediatria oncologica dell’Int – Istituto nazionale dei tumori di Milano. Con oltre 250 nuovi casi all’anno, è il più importante centro italiano – e uno dei più importanti in Europa – per la cura delle neoplasie solide del fanciullo e dell’adolescente. Tra i testimonial dell’iniziativa la cantante colombiana Shakira, l’amatissima Laura Pausini, il ‘re’ del pop latino Ricky Martin e il cantautore David Bisbal che, insieme a Teresa, una piccola combattente, hanno disegnato i foulard colorati indossati dai giocattoli. Juegaterapia desidera che tutti i minori ricoverati in ospedale possano avere una Baby pelon per aiutarli a rendersi conto attraverso il gioco che, anche senza capelli, rimangono preziosi e speciali proprio come il loro bambolotto. Con i fondi raccolti, in Spagna sono stati realizzati il progetto ‘El Jardín de Mi Hospi’ (giardini sui tetti degli ospedali) e ‘Stazioni lunari’ (stanze di isolamento arredate con temi dedicati allo spazio). Inoltre è stato aperto un nuovo percorso – ‘Juegaterapia investigación’ – per finanziare studi sul cancro infantile. Due borse di ricerca sono già state assegnate in Spagna al Centro nazionale di ricerca sul cancro Cnio per studi dedicati al neuroblastoma e ai tumori cerebrali infantili.In Italia, il progetto che verrà finanziato presso la Pediatria oncologica Int, diretta dalla dottoressa Maura Massimino, sarà finalizzato allo studio molecolare dei tumori rari dell’infanzia. Lo studio, coordinato da Andrea Ferrari, responsabile del ‘Progetto giovani’ dell’istituto e coordinatore di EXPeRT (European cooperative study group on pediatric rare tumors) e dal ricercatore Stefano Signoroni, inizierà a valutare il tumore del colon-retto, una neoplasia tipica dell’adulto che può però insorgere anche in età pediatrica, in genere con casi molto aggressivi. L’obiettivo è identificare i profili molecolari e trovare specifici target terapeutici.
Articolo pubblicato il giorno 10 Settembre 2019 - 19:27