«Leggo con amarezza le dichiarazioni rese da Italy emergenza a seguito della mia decisione di gestire con uomini e mezzi dell’ASL Napoli 1 Centro i servizi di trasporto secondario senza modificare il livello di servizio reso ai cittadini. Dichiarazioni che, con mio grande rammarico, scelgono la strada della strumentalizzazione. Se umanamente sento forte la responsabilità di ogni decisione che sono tenuto a prendere, professionalmente non posso condividere la scelta dei vertici della cooperativa sociale di buttarla sul solito “tengo famiglia” e facendo intendere una conduzione dell’ASL superficiale e non coerente nella sua complessità. L’ASL Napoli 1 Centro non è un “postificio” e deve garantire la massima assistenza, in termini di qualità e quantità, al miglior prezzo possibile. Da un’analisi dei costi è ormai evidente che l’ASL Napoli 1 Centro ha uomini e mezzi per gestire in proprio il servizio di trasporto secondario, se non lo facessimo saremmo colpevoli di sottrarre denaro
all’assistenza non di 100, ma di più di 1 milione di cittadini».
Queste le parole del Commissario Straordinario Ciro Verdoliva in merito alla sterile polemica innescata dalla cooperativa sociale Italy emergenza. «Il mio impegno – ricorda Verdoliva – è teso a migliorare le performance assistenziali di questa Azienda e mettere mano al groviglio di procedure amministrative che negli anni sono andate avanti in maniera spesso superficiale o, ancor peggio, illegittima». Lavoro che non può essere esaurito in un mese né in cinque. «Ho potuto rilevare fin dal mio insedimento (09 febbraio 2019) la grandezza e la complessità dell’Azienda- spiega il Commissario Straordinario – parliamo di un’ASL che conta circa 10.000 dipendenti (a vario titolo contrattuale), che gestisce una quota di fondo sanitario regionale di circa 1,2 miliardi di euro (su un totale regionale di 10 miliardi). Una ASL competente su tre Comuni (Napoli, Capri e Anacapri), che governa cinque presidi ospedalieri (con due stabilimenti annessi) per un totale di circa 1.200 posti letto. Sento forte la
responsabilità di erogare assistenza a circa 1 milione di cittadini (tramite undici Distretti Sanitari di base) oltre agli stranieri temporaneamente presenti, ai quali si aggiunge una quota di un bacino di
altri due milioni di abitanti residenti nei Comuni a Est e Ovest della città di Napoli. Mi sono da subito preoccupato di verificare eapprofondire con un monitoraggio accurato una serie di procedimenti,
condotte e modus operandi interni all’azienda, talora regolati da prassi avallate nel tempo, vagliandone la coerenza alla normativa legislativa, regolamentare e interna, nonché l’aderenza ai criteri di trasparenza e imparzialità ex art. 1 legge 241/1990 e, conseguenzialmente, emettendo
atti di riorganizzazione, di indirizzo e di responsabilizzazione per ogni dirigente apicale. E continuo a preoccuparmi ogni giorno per onorare la fiducia e la stima che in tanti mi concedono, e che ringrazio. Nella scelta di internalizzare il servizio, e in molte altre decisioni che verranno prese di qui ai prossimi mesi, non c’è nulla di personale, c’è solo la consapevolezza di dover restituire ai cittadini una ASL efficiente ed efficace. Un’azienda sanitaria nella quale i dipendenti possano sempre
camminare a testa alta, senza doversi preoccupare di essere esposti alla gogna mediatica, un mese dopo l’altro, per carenze e inadempienze dell’amministrazione. Un’azienda alla quale i cittadini possano rivolgersi con fiducia, perché guidata da un uomo che si preoccupa di loro e che ogni giorno è “al lavoro per garantire salute”».
Articolo pubblicato il giorno 1 Agosto 2019 - 19:24