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Tifo criminale: quando clan e estremismo sono in curva

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Da Milano a Catania, passando per Torino, Genova e Roma, negli ultimi anni la mafia ha trovato nelle tifoserie organizzate il terreno ideale per infiltrarsi ed espandere il proprio business. Il quadro emerge da inchieste giudiziarie, parlamentari e vicende di cronaca, di cui l’esecuzione nella Capitale del capo degli ‘Irriducibili’ della Lazio e’ solo l’ultimo degli episodi. In alcuni casi, secondo quanto rivelato dalle indagini, i capi ultras sono persone organicamente appartenenti ad associazioni mafiose o ad esse collegate, come ad esempio a Catania o a Napoli. In altri casi ancora, come quello di alcuni gruppi di tifosi del Genoa, le modalita’ organizzative e operative degli ultras vengono spesso mutuate da quelle delle associazioni mafiose. E il mix di malavita e tifo crea inevitabilmente spargimenti di sangue e guerre tra fazioni. Solo pochi mesi fa, lo scorso aprile, si e’ verificato un altro agguato a Milano, con un tentativo di esecuzione fallito nei confronti di Enzo Aghinelli, un ultras dei rossoneri, rimasto pero’ gravemente ferito da una serie di colpi esplosi a distanza ravvicinata alla sua macchina. Anghinelli, uscito dal carcere nel 2016 dopo aver scontato una pena per droga, e’ un tifoso dei Black Devil e lo scorso luglio ha patteggiato una condanna a 3 anni di reclusione per traffico di droga, in merito a fatti commessi nel 2018. L’indagine sul tentato omicidio e’ ancora aperta. A Torino la ‘ndrangheta avrebbe puntato in passato ad inserirsi come intermediaria e garante nell’ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultras che avevano come riferimento diretto diverse locali di ‘ndrangheta. I processi sono ancora in corso. A Napoli la commistione tra clan e alcune tifoserie e’ stata verificata da tempo, con le infiltrazioni di alcuni gruppi camorristici nella curva B in passato appannaggio del clan Lo Russo. Faceva parte della curva A, invece, il capo ultra’ Gennaro De Tomaso alias ‘Genny ‘a carogna’, sotto i riflettori dei media e di tutto il Paese nel corso della finale di Coppa Italia a Roma nel 2014, cominciata pochi minuti dopo l’omicidio del tifoso partenopeo Ciro Esposito nei pressi dell’Olimpico da parte di un tifoso romanista ed estremista di destra, Daniele De Santis poi condannato a 16 anni. All’epoca fu la stessa Digos a riferire che De Tomaso – gia’ coinvolto in vicende di traffico di droga – proveniva da una famiglia di camorristi con precedenti per usura, riciclaggio, traffico di sostanze stupefacenti. Alcuni gruppi di tifosi sono invece una derivazione della mafie o una loro rappresentanza indiretta. E’ il caso di Catania dove, per quanto non siano emersi collegamenti diretti ed espliciti con clan e famiglie mafiose del territorio, sono stati riscontrati – nei confronti di alcuni gruppi – alcuni elementi tipici delle mafie, come il finanziamento interno a favore dei sodali in carcere e la custodia di armi e droga per conto terzi. Non solo mafie. Da anni a Roma la curva dei laziale e’ anche un luogo di aggregazione e fucina dell’estremismo politico di destra. Uno dei suoi esponenti era Marco Turchetta alias ‘Orso’ o ‘Turco’, leader degli Irriducibili della Lazio legato allo stesso Piscitelli alias ‘Diabolik’, vittima dell’agguato di Roma e a sua volta – secondo gli investigatori – conoscente di Carminati. Turchetta, legato invece all’esponente neo fascista Maurizio Boccacci era stato poi arrestato nel 2017 per traffico di stupefacenti dalla Dda di Roma


Articolo pubblicato il giorno 8 Agosto 2019 - 18:47

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