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Spagna: il caso dei 17 “bambini-lupo”, colpa di farmaci sbagliati 

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In Spagna lo chiamano “il caso dei bambini lupo” e sta facendo il giro delle prime pagine dei giornali. Almeno 17 bambini hanno contratto l’ipertricosi, una malattia nota come “sindrome del lupo mannaro” che determina la crescita anormale dei capelli e dei peli. Nella fattispecie, come riferisce il ministero della Sanita’ spagnolo, all’origine del fenomeno vi sarebbe di un medicinale inserito per errore nella confezione di un altro farmaco. Il caso e’ emerso a giugno, quando alcuni genitori hanno iniziato a notare che ai loro figli stavano crescendo in maniera innaturale i peli, e questo presumibilmente dopo aver assunto un farmaco che credevano fosse l’omeprazolo, un protettore gastrico. Un’indagine delle autorita’ ha invece rilevato che le confezioni contenevano il minoxidil, una sostanza utilizzata per i trattamenti contro la caduta dei capelli. Dopo un’apposita indagine, la ministra della Salute Maria Luisa Carcedo ha spiegato alla stampa che i lotti provenivano da un laboratorio presso il quale “questo medicinale e’ stato introdotto in dei contenitori che recavano l’etichetta dell’omeprazolo”. Ed e’ cosi’ che poi il farmaco e’ stato distribuito alle farmacie. Non e’ ancora chiaro come mai il laboratorio FarmaQuimica Sur, un fornitore di ingredienti attivi e medicinali con sede a Malaga, abbia mischiato erroneamente il minoxidil con l’omeprazolo. Un portavoce del ministero della Salute ha dichiarato che i 17 bambini colpiti dalla “sindrome del lupo mannaro” si trovano nella Cantabria (nord), nell’Andalusia e nella zona di Valencia. In una nota, il ministero ha affermato che una volta terminato di assumere il medicinale gli effetti dovrebbero progressivamente scomparire. Intanto, il laboratorio in questione – come reso noto dal ministero – e’ stato chiuso a titolo precauzionale. Un portavoce del Dipartimento della Salute regionale in Andalusia ha riferito all’Afp che i quattro bimbi affetti momentaneamente di ipertricosi – tre bebe’ e un bambino di sette anni – ora stanno bene.


Articolo pubblicato il giorno 28 Agosto 2019 - 18:36
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