Salerno e Provincia

Ordigno bellico nel Salernitano, evacuazione per 36mila

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Un imponente piano di protezione civile per scongiurare i potenziali rischi derivanti da un’operazione di bonifica di una bomba d’aereo del peso di 250 libbre, pari a circa 115 chilogrammi, di cui 30 chili di tritolo, risalente alla seconda guerra mondiale e ritrovata, da alcuni agricoltori, in un terreno di via Villani in localita’ Spineta a Battipaglia, nel Salernitano. Domenica 8 settembre, saranno 36mila le persone che dovranno essere evacuate, circa il 70% degli abitanti del comune alle porte della Piana del Sele. Difatti, ogni struttura che rientra nel raggio di 1.600 metri dal luogo di ritrovamento dell’ordigno dovra’ essere lasciata libera, cosi’ come prevede la normativa Nato per un residuato bellico di questo tipo.Saranno necessarie dalle otto alle dodici ore perche’ le operazioni affidate agli artificieri del 21esimo Reggimento Guastatori di Caserta dell’Esercito possano dirsi concluse. L’avvio del piano e’ previsto alle 5 del mattino e, comunque, si conta di terminare entro le 20. Nelle case, nei negozi e in ogni altra struttura sara’ sospesa l’erogazione dell’energia elettrica (nel raggio di 1.200 metri), e del gas e saranno interrotte le linee telefoniche. Oltre alle civili abitazioni, saranno evacuate le sedi del commissariato di pubblica sicurezza, del comando compagnia dei Carabinieri e del nucleo operativo della Guardia di Finanza, oltre al Palazzo di Citta’ e al comando dei vigili urbani. Per il presidio ospedaliero Santa Maria della Speranza, nei pressi dello svincolo autostradale, il cronoprogramma per l’evacuazione avra’ inizio nella giornata di domani. Dalle 8, i ricoveri saranno bloccati. E’ prevista la sola funzione di diagnosi con eventuale successivo trasferimento dei pazienti. Il 118 condurra’ nel pronto soccorso solo i pazienti in codice rosso che necessitano di una rapida stabilizzazione in ambito ospedaliero. Tutti gli altri, invece, saranno smistati in altri ospedali di competenza dell’Asl salernitana che, tuttavia, ha richiesto supporto anche all’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno che sara’ potenziata con il personale sanitario trasferito, per la durata dell’emergenza, dall’azienda sanitaria locale. Da domani, poi, quattro ambulanze stazioneranno davanti al pronto soccorso, mentre resta disponibile e operativa l’elisuperficie interna al presidio ospedaliero. Il 5 settembre, i pazienti ricoverati in Rianimazione e in Terapia Intensiva Neonatale saranno trasferiti in altri nosocomi, in particolare all’Umberto I di Nocera Inferiore. Alle 23 del 5, ci sara’ la chiusura definitiva dell’accettazione del pronto soccorso; alle 14 del giorno successivo, la chiusura completa dell’ospedale. Nella giornata in cui ci sara’ l’operazione di bonifica, saranno allestiti due posti medici avanzati nei punti di raccolta piu’ affollati. “Evacuare un ospedale non e’ una cosa semplice”, sottolineaa il prefetto di Salerno, Francesco Russo, spiegando che “c’e’ tutta una serie di predisposizioni per quanto riguarda le persone che hanno maggiore disagio fisico, per cui e’ un lavoro molto lungo e articolato, ma che e’ stato fatto con grande impegno da parte di tutti”. Sara’ interrotta la circolazione veicolare sull’autostrada A2 del Mediterraneo e sulla strada statale 18 Tirrena Inferiore. E’ prevista una mobilita’ alternativa che si appoggera’, in particolare sulle strade ‘Aversana’ e litoranea. Stop anche alla circolazione ferroviaria sulle linee Salerno-Reggio Calabria e Battipaglia-Potenza-Metaponto. Rientrano nel piano di evacuazione anche gli operatori del settore ambientale. Difatti, nel raggio di 700 metri dall’ordigno ricadono diversi allevamenti di bestiame, coltivazioni e aziende agricole.
“Sono previste piu’ di 500 persone delle forze dell’ordine statuali, polizia di Stato, carabinieri e Guardia di Finanza, in piu’ alcune centinaia di polizie locali che si occuperanno anche dell’importante viabilita’ alternativa”, chiarisce il prefetto aggiungendo che “la miglior riuscita dell’operazione e’ legata anche ad una partecipazione attiva dei cittadini che devono lasciare le case e abbandonare l’area il prima possibile, in modo tale che le operazioni di lavorazione della bomba, che non puo’ essere disinnescata perche’ particolare, possano finire al piu’ presto”. Per il sindaco di Battipaglia, Cecilia Francese, quella dell’8 settembre “e’ una cosa senza precedenti. Evacuare persone nel raggio di 1 chilometro e 600 metri richiede un impegno, una forza e una collaborazione di tutti”. Percio’, “voglio ringraziare la Regione Campania che ha messo a disposizione 86mila euro che ci permettono di sostenere un comune come il nostro, altrimenti non avremmo potuto dare da soli un’assistenza a tutte le persone che accederanno alle strutture che abbiamo previsto”. Francese ricorda che saranno allestite “tre strutture, l’istituto Ferrari dove c’e’ la possibilita’ di dare anche dei piatti caldi perche’ c’e’ una cucina a disposizione e dove arriveranno 2.500 persone. Poi, abbiamo il ‘Velella’ e l’istituto ‘Sandro Penna’ che accogliera’ cento malati allettati e che hanno bisogno di assistenza dal personale medico e paramedico. Abbiamo messo a disposizione delle navette, abbiamo previsto 4 percorsi in modo che le persone possano prendere la navetta e andare nelle strutture predisposte. Le scuole riapriranno l’11 e non il 9. Le parrocchie organizzano delle gite per portare le persone fuori citta'”. Le difficolta’ dell’operazione sono state illustrate dal colonnello Giuseppe Schiariti, comandante del 21 Reggimento Genio Guastatori Caserta della Brigata Bersaglieri Garibaldi. “Non e’ possibile togliere ne’ la spoletta e ne’ rimuovere l’ordigno, perche’ ogni volta che viene mosso l’ordigno bisogna fermarsi per circa 36 ore. L’operazione, quindi, si svolgera’ in quattro fasi. La prima che prevede di praticare un foro sul corpo della bomba; poi, verra’ svuotato il corpo della bomba dall’esplosivo principale attraverso la ‘lisciviatura’, cioe’ con una lancia che porta ad alta pressione acqua calda e sabbia verra’ svuotato l’involucro della bomba. L’esplosivo verra’ messo in strisce e verra’ eliminato per via pirica. La quarta e ultima fase e’ quella del brillamento della carica nella spoletta, verra’ messa dunque una carica esplosiva sopra alla spoletta e verra’ fatta brillare”. Alle operazione partecipano “circa quindici persone, di cui otto artificieri, tre ufficiali per il comando e controllo e quattro della logistica. Perche’, a premessa dell’attivita’ di domenica, verranno fatte delle opere di fortificazione per contenere eventuali effetti di un’esplosione accidentale”. Quella di domenica 8 settembre rientra tre le operazione “complesse”, dice Schiariti, ma “non e’ il primo disinnesco del genere che facciamo. Dal febbraio dello scorso anno, abbiamo fatto brillare sei bombe d’aereo. In Campania, l’ultima e’ stata a Benevento a meta’ del 2018. L’ultima bomba d’aereo risale al 5 maggio 2019 nella citta’ di Formia. La difficolta’ in questo caso e’ che la zona e’ molto popolata”.


Articolo pubblicato il giorno 27 Agosto 2019 - 19:09
Redazione Cronaca

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