Dal 2013 a oggi le aree di servizio della tratta autostradale da Milano a Lodi e a Fiorenzuola d’Arda-Piacenza sono state interessate dalla presenza dei cosiddetti ‘venditori di calzini’, ossia di un gruppo di pluripregiudicati di origine campana i quali, nonostante i provvedimenti giudiziari e amministrativi a loro carico, hanno continuato nelle loro attività illegali, infastidendo e minacciando i viaggiatori che effettuavano una sosta. Lo segnala la polizia specificando che il fenomeno ha avuto inizio nelle aree San Zenone est e ovest di Milano per poi estendersi, negli anni successivi, in quelle di Somaglia di Lodi e Arda di Piacenza. I ‘calzinari’, soprannominati così per la vendita estorsiva di calze, nel corso degli anni e delle loro incursioni nelle aree di servizio si sono resi responsabili di estorsione, minacce, ingiurie, danneggiamenti verso gli utenti e i lavoratori dell’autogrill, nonché di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale quando le pattuglie del comando intervenivano a seguito delle richieste.Quotidianamente giungevano segnalazioni di automobilisti o autotrasportatori importunati o vittime di danneggiamenti o furti. Spesso, sottolinea la polizia, i responsabili, che si definivano mafiosi e si vantavano per questo motivo, non venivano intercettati poiché utilizzavano delle vedette che li avvisavano per tempo del sopraggiungere della polizia. Il numero iniziale di 3–4 componenti è progressivamente aumentato, fino a raggiungere il picco massimo di 32. Tale fattore, spiegano le forze dell’ordine, è stato determinante per la loro diffusione su tutta la tratta: le esigenze di spartizione di territorio li hanno portati a occupare le altre aree di servizio. Per tutti è stata richiesta dai questori di Milano, Lodi e Piacenza la misura di prevenzione del foglio di via e divieto di ritorno dai comuni interessati; alcuni di loro sono stati anche destinatari dell’avviso orale e della sorveglianza speciale. Inoltre, in alcuni casi sono stati denunciati alla procura di Lodi per resistenza a pubblico ufficiale, furto ed estorsione (ad esempio nel caso di una persona alla quale sono stati chiesti 5 euro per parcheggiare l’auto e non trovarla danneggiata). Le pattuglie della sezione polizia stradale di Lodi–sottosezione autostradale di Guardamiglio hanno svolto una continua attività di prevenzione e repressione, intervenendo in caso di segnalazione: sino a settembre scorso era stato registrato il dato di circa 5mila paia di calze sequestrate per la vendita abusiva a cui va aggiunto il sequestro di ulteriori 2mila paia.
L’attività di indagine ha consentito di appurare il ricavo ottenuto dalla vendita estorsiva delle calze, mentre il dato relativo ai sequestri effettuati consente di definire l’ampiezza del movimento di denaro che ruota attorno all’attività.Data l’inefficacia delle misure di prevenzione del foglio di via e l’impossibilità di ottenere provvedimenti giudiziari, il comando, sotto l’egida del sostituto procuratore di Piacenza Matteo Centini, ha effettuato un’indagine, consistita in intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti, assunzione di denunce e sommarie informazioni, analisi di filmati di impianti di videosorveglianza. Le pattuglie addette alla vigilanza stradale hanno continuato a controllare i soggetti, a contestare i verbali amministrativi sequestrando la merce venduta in modo abusivo, nonché a denunciarli per le inosservanze al divieto di ritorno e per tutti gli altri reati commessi a danno degli avventori e dei dipendenti degli autogrill. L’indagine svolta ha consentito non solo di identificare tutti i membri del gruppo, ma anche di capire come fossero organizzati in un’associazione criminale in cui ognuno aveva un ruolo determinato e nella quale erano state stabilite precise gerarchie e spartizioni di territorio. Quest’ultimo elemento ha permesso al gruppo, precisa la polizia, un dominio assoluto su tutte le attività illecite all’interno delle aree di servizio: è stato accertato che, oltre a vendere calzini, all’occorrenza compissero altre attività illegali e avessero contatti con altre batterie criminali che effettuavano furti nelle stesse aree di servizio autostradali. Dalle investigazioni svolte, si è scoperto che il gruppo estendeva l’attività anche al di fuori delle aree autostradali: è emerso che utilizzavano e commerciavano droga, prendevano mezzi pubblici (in particolare i treni da Napoli alla Lombardia) senza pagare, commettevano insolvenze fraudolente, truffe o estorsioni ai danni degli albergatori. Sei di loro sono stati rintracciati mentre svolgevano l’attività illecita nelle aree di servizio San Zenone ovest e Arda est. Considerata la loro scarsa stanzialità, precisa la polizia, si è deciso di procedere a eseguire il provvedimento del tribunale di Piacenza arrestandoli. Contestualmente è stata richiesta la collaborazione del compartimento Polstrada di Napoli e del commissariato di San Giorgio a Cremano (Napoli) per l’esecuzione dei restanti provvedimenti, eseguiti per altre due persone, poi arrestate. Inoltre, questa mattina al carcere di Secondigliano si è presentato spontaneamente un altro soggetto destinatario di custodia cautelare.
Articolo pubblicato il giorno 9 Agosto 2019 - 13:17