I navigator della Campania sono tornati in piazza davanti alla sede della Regione per chiedere al presidente, Vincenzo De Luca, di firmare la convenzione con Anpal Servizi senza la quale, sebbene vincitori di un concorso pubblico, non possono iniziare il loro percorso di formazione e di lavoro. I manifestanti hanno sfilato in corteo da piazza Municipio fino al palazzo della Regione rivendicando il loro diritto, attaccando il governatore della Campania accusato di “avere una posizione contro il Mezzogiorno” e chiedendo al Governo e all’Anpal “di risolvere questa empasse politica”. Tra loro c’e’ anche chi stanco “del teatrino politico” ha chiesto l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviandogli una lettera. “Il Capo dello Stato – ha detto Carlo Del Gaudio, padre di un ragazzino di 13 anni – deve intervenire per porre fine a questo teatrino perche’ noi abbiamo vinto un concorso trasparente e non possiamo essere ostaggi degli scopi elettorali di De Luca. Qualcuno ci deve liberare altrimenti sono pronto a iniziare lo sciopero della fame e della sete”. I navigator campani hanno gia’ svolto altre manifestazioni di protesta, sottolineando di essere “discriminati” dal momento che nelle altre regioni non c’e’ stato alcun problema e sono partite le attivita’ di avviamento al lavoro previste dalla legge istitutiva del Reddito di cittadinanza. Una battaglia al cui fianco i navigator hanno il Comune di NAPOLI che, come annunciato ieri in una nota dal sindaco di NAPOLI, Luigi de Magistris, ha avviato contatti con il Governo per provare a trovare una soluzione. “Il che non significa – ha precisato l’assessore comunale al Lavoro, Monica Buonanno – che il Comune assumera’ i navigator anche perche’ il contratto e’ gestito da Anpal Servizi e la Regione non puo’ sottrarsi”. Una situazione di stallo che ha ripercussioni anche sui beneficiari del reddito di cittadinanza perche’ senza i navigator mancherebbe l’accompagnamento dei beneficiari verso il percorso lavorativo. “L’ostinazione di De Luca – ha affermato Filippo, destinatario della misura – sta impedendo a circa 300mila famiglie campane di poter contare su un lavoro. Noi non vogliamo i soldi del reddito, ma vogliamo avere la possibilita’ di trovare un’occupazione e di aiutare i disoccupati a fare altrettanto”.
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