“È un fatto noto che a suo tempo, nel 2017, con le Ong abbiamo concordato un codice di comportamento. Un conto è un codice di comportamento, un altro è il decreto sicurezza bis, che prevede addirittura la chiusura dei porti con un decreto interministeriale. La posizione che ho condiviso allora è quella del confronto con le Ong su un sistema di regole giuste, che consentissero loro di svolgere la missione umanitaria, secondo schemi riconoscibili sul piano del diritto internazionale. Il decreto Sicurezza bis non è sulla stessa linea. Il decreto Sicurezza bis a mio avviso va abolito. O quantomeno profondamente rivisto”. Lo dice Mario Morcone, direttore del Consiglio italiano rifugiati, capo di gabinetto al ministero dell’Interno con Marco Minniti, indicato tra i possibili successori di Matteo Salvini al Viminale, intervistato dal ‘Fatto Quotidiano’. Il decreto, spiega, “innanzitutto, a mio avviso, è in più punti anticostituzionale. E in secondo luogo, secondo me, non rappresenta la cultura e i valori del nostro Paese. Ho l’ impressione che si sia voluto esagerare, immaginando di alimentare e ottenere il consenso, ma pensiamo solo alla chiusura dei porti: ha dei riflessi molto discutibili, non soltanto sotto l’ aspetto costituzionale, ma anche sotto quello dei trattati internazionali”. E sul caso della nave Mare Jonio, con a bordo 98 migranti, alla quale è stato negato l’accesso in acque italiane, sottolinea “sono il direttore del Consiglio italiano rifugiati: qualcuno può pensare che lasci questa gente in mezzo al mare? Quindi non condivide la linea politica dei porti chiusi? Assolutamente. Ma stiamo scherzando?”. Quanto al suo possibile incarico di ministro dell’Interno del futuro governo Morcone osserva: “penso che esistano persone più autorevoli di me, candidate per quella posizione, ma comunque sono certo che siamo solo alla fase delle schermaglie. Aspettiamo che il presidente Mattarella affidi l’ incarico al presidente Conte. Per me, quello che conta, è che nasca un nuovo governo per il bene di questo Paese. Sono un europeista convinto. E da sempre. Credo nei rapporti con i Paesi europei nostri amici, come Francia e Germania, innanzitutto. Un mondo con il quale dobbiamo riprendere un rapporto di collaborazione. In questo il presidente Conte è stato bravo, la sua è stata una politica estera seria e istituzionale, e questo lo sta ripagando in termini di credibilità europea e non solo”.
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