Non si puo’ dire che non sia gentile e accogliente: ha un sorriso in qualche modo unico, diverso dal solito. Si chiama Amy, fa la cameriera in un ristorante di cucina giapponese di via Sonnino a Cagliari, “Jin Qui 2019”. Ha una particolarita’: e’ un robot. Porta, con la sua espressione che non cambia mai, i manicaretti della cucina del titolare, Ma Jian, 41 anni, cinese di Shan Dong, la “casa di Confucio”. Lui e’ da due decenni in Sardegna, sposato con una donna sarda. “Il primo matrimonio tra cinese e sarda”, dice orgogliosamente. Anche Amy ha il suo primato: cameriere cosi’ nell’isola non ce ne sono mai state. “Ma – spiega il suo padrone – se fosse arrivata subito, visto che l’ho ordinata due anni fa, sarebbe potuta essere la prima in Italia”. E No, non sta sostituendo una collega in carne ed ossa e togliendo dal mercato un posto di lavoro. “L’ho presa – spiega Ma Jian – come attrazione per i clienti: non sta togliendo occupazione a nessuno”. Sono tutti incuriositi: si divertono i piu’ piccoli, ma sono interessati soprattutto i piu’ grandi”. E tutti vogliono fare un selfie con la cameriera che non ti aspetti. Lei, il robot, si orienta da sola. Non e’ invadente e per mandarla via basta toccarle il braccio: lei si dirige rispettosamente con le sue ruote sistemate alla base della gonna lunga, pronta a ricevere dalla cucina un altro ordine. Parla, oltre cinese e giapponese, anche inglese. Non si ferma mai. Per lavorare non ha bisogno di essere motivata, ma ricaricata. Non sembra mai stanca: per il momento non ha chiesto giorni di riposo.
Articolo pubblicato il giorno 23 Agosto 2019 - 10:39