Napoli. Bisognerà attendere la giornata di domani per poter avere notizie sulle condizioni di salute di Raffaele Amato, 24enne detenuto di Casoria che due giorni fa ha tentato il suicidio nel carcere di Ariano irpino dove è detenuto da quattro anni. Il giovane si è dato fuoco con una bomboletta del gas e solo grazie all’intervento di un coraggioso agente penitenziario che è entrato nella cella e lo ho aiutato, che è ancora vivo. Ha riportato ustioni sul 60 per cento del corpo. Ed è sempre in gravi condizioni al Cardarelli di Napoli. I familiari hanno raccontato che Raffaele era in isolamento da una decina di giorni e che che per protesta aveva iniziato uno sciopero della fame e delle sete. Il detenuto lamentava scarsa attenzione sanitaria a un suo problema fisico. Era previsto un piccolo intervento chirurgico per fine luglio che poi è stato annullato per mancanza di personale. Tra l’altro è scomparsa anche la sua cartella clinica. Il giorno della tragedia aveva incontrato i familiari e durante il colloquio vi era stata una incomprensione con un agente penitenziario che aveva scatenato la sua ira tanto che poi il ragazzo aveva preferito tornarsene in cella. I familiari avevano avvertito la direzione del carcere che le sue condizioni di salute erano precarie e infatti tornato in cella Raffaele Amato ha tentato il gesto estremo del suicidio. Ora Raffaele verso in gravi condizioni in ospedale e la sua storia non fa altro che alimentare ancora di più le polemiche attorno al sistema carcerario, alla mancanza di personale, al sovraffollamento delle carceri, alla mancanza di assistenza sanitaria e psicologica per i detenuti.
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