Il Presidente della Repubblica concede più tempo alle forze politiche per chiudere un’alleanza che consenta di formare un governo più stabile possibile. Il secondo giro di consultazioni si terrà da martedì 27 agosto. La crisi, ha ammonito Sergio Mattarella, va risolta in tempi brevi: “Lo richiede l’esigenza di governo di un grande paese come il nostro. Lo richiede il ruolo che l’Italia deve avere nell’importante momento di avvio della vita delle istituzioni dell’Unione Europea per il prossimo quinquennio. Lo richiedono le incertezze, politiche ed economiche, a livello internazionale”. Dopo il primo giro di consultazioni nello studio alla Vetrata tra il presidente della Repubblica e i gruppi parlamentari, il capo dello Stato concede ai gruppi politici quattro giorni pieni di riflessione e un secondo giro di consultazioni, che parte martedì 27 agosto e si conclude il giorno successivo, mercoledì 28 agosto, con la decisione finale. Mattarella rivedrà i presidenti delle due Camere e tutti i gruppi politici. Il presidente della Repubblica chiama al Quirinale il premier designato dai gruppi politici per conferirgli l’incarico, che accetta normalmente con riserva. In questo caso il premier incaricato avvia di persona delle consultazioni con i gruppi politici per sondare la disponibilità a un eventuale sostegno. Alla fine dei colloqui, il presidente del Consiglio sale al Quirinale e scioglie la riserva: riferendo di essere o meno pronto ad avviare il nuovo esecutivo. In caso di incarico confermato, il presidente del Consiglio presenta al capo dello Stato la lista dei ministri, che dovranno essere nominati con decreto del presidente della Repubblica. La squadra di governo viene accolta nel salone delle feste del Quirinale per il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. E’ un tradizionale rito simbolico che si svolge a Palazzo Chigi nel quale avviene la consegna dello strumento con cui si dà inizio alle riunioni del Consiglio dei ministri e che segna formalmente il passaggio di potere tra il presidente del Consiglio uscente e quello entrante.Dopo l’avvicendamento tra i due presidenti, il neoeletto si presenta a Camera e Senato per verificare la fiducia del Parlamento. Questo passaggio è così regolamentato dall’articolo 94 della Costituzione: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. […] La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione”.
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