Sarà prossimamente in tutte le librerie “Così parlò un uomo del Sud”, il libro del giornalista Antonio Bonacci (professore, con cattedra a Capua, presso il Liceo Scientifico Luigi Garofano, pubblicista, residente a Pastorano, ha studiato Storia Filosofia, materie Letterarie presso l’Università di Salerno) che affronta temi di natura storica, con risvolti sociologici e con finalità didattiche. Non è un romanzo o una storia immaginaria ma ha la pretesa di trattare degli argomenti attuali e di proporre una didattica nuova basata sui fatti di vita reali.
Il testo è stato scritto perché i giovani di oggi non si interessano dei problemi della nostra società. I giovani rincorrono valori effimeri privi di senso etico, trascorrono la maggior parte del tempo utilizzando gli strumenti del web: smatphon, whatsapp, facebook ed altre piattaforme informatiche. Ecco perché prevale l’apparire a discapito dell’essere, si preferisce l’io al posto del noi, prevalgono solo l’edonismo e il dio denaro.
Dopo una breve annotazione autobiografica si prendono in esame nuove metodologie didattica, che si avvalgono di strumenti e strategie informatiche per favorire il processo di insegnamento-apprendimento . Negli ultimi decenni la vita scolastica è cambiata profondamente. Da una parte le innovazioni tecnologiche hanno consentito lo sviluppo di strumenti, di tecniche nuove e la creazione di nuovi ambienti d’apprendimento. Dall’altra, i processi di globalizzazione ed i crescenti flussi migratori hanno determinato una popolazione scolastica plurietnica, eterogenea, portatrice di culture e valori diversi.
Da tempo ormai l’Unione Europea sta promuovendo l’adozione stili educativi volti a formare una educazione europea. Il lavoro del docente è perciò cambiato. Non dispensa conoscenze con lezioni frontali, una specie di deus ex machina ma è diventato una guida, un coordinatore all’interno di una scuola attiva. Al di là delle nuove tecniche metodologiche prese in esame, l’autore ha sempre criticato l’impianto scolastico fatto di circolare, di burocrazia asfissiante, di leggi a volte contraddittorie, ha sempre preferito un tipo d’insegnamento diverso, fatto di tavole rotonde in modo da mettere in condizione i ragazzi di parlare liberamente e di stimolare il senso critico per non essere plagiato dai mass-media e da ideologie politiche partitiche.
Non è stato mai d’accordo con un insegnamento livellato, uguale per tutti. Non si può insegnare la stessa cosa a tutti i ragazzi. Accanto alle lezioni frontali con l’aiuto di sussidi moderni quali le lavagne luminose, i video, i filmati, i computer, bisogna prendere in esame lezioni e testimonianze di vita reale per stimolare nei ragazzi il ragionamento critico.
Gli argomenti trattati di seguito s’ispirano a un tipo di scuola sperimentale. Si prendono in esame argomenti di attualità, tratti dalla vita quotidiana assieme a problematiche storiche. Una didattica basata sui fatti reali e non sulle parole.
L’obiettivo è mettere i ragazzi in grado di ragionare con la propria testa sviluppando la creatività e il senso critico. Queste i temi trattati sotto forma di lezioni didattiche: Inquinamento ambientale, terra dei fuochi, centri commerciali, la pedofilia, il femminicidio, la droga, la festa di halloween, l’abuso sulle donne, la lotta contro l’islamismo, la donazione degli organi, Bauman e la società liquida, il difficile mestiere del rappresentante, le ianare, le streghe e le fattucchiere, la questione meridionale e la piemontizzazione dell’Italia.
L’ultima parte tratta della rivalutazione critica dei Borbone. La storia com’è noto è scritta dai vincitori e spesso è manipolata apposta per nascondere la verità, con interpretazioni calunniose e denigratorie. Il testo termina con un breve esame della situazione geo-politica di oggi dall’unità di Italia fino ai nostri giorni.
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