Terzigno. Aveva chiesto al papà i soldi per il matrimonio ‘riparatore’ ma all’ennesimo rifiuto di un genitore assente nella sua vita, perché separato dalla madre, è andato su tutte le furie e ha piazzato una bomba sotto l’abitazione del genitore in via Panoramica nel comune di Terzigno. Ora il ragazzo un 20enne incensurato di Terzigno è in carcere insieme con il suo coetaneo complice con l’accusa di detenzione e uso di armi esplodenti, danneggiamento grave e lesioni personale. Ma il capo di imputazione potrebbe cambiare venerdì quando il 20 enne di Poggiomarino Luigi Di Cristo (difeso dall’avvocato Massimo Autieri) sarà interrogato nel carcere di Poggioreale dove è rinchiuso da stamane dal pm Antonio Barba della Procura di Torre Annunziata che ha già fatto sapere che intende richiedere la custodia cautelare in carcere. Sia per lui sia per il suo complice Davide Sorrentino. per il magistrato si tratta di un fatto gravissimo che poteva causare conseguenze ben più gravi delle quattro auto distrutte, della palazzina dove abita il papà evacuata, e del ferimento di un automobilista di passaggio. E quindi nonostante si tratti di giovanissimi incensurati la custodia in carcere resta la misura più adeguata in questo momento. I carabinieri che stanno indagando stanno anche cercando di capire dove i due giovani hanno preso il materiale esplodente che l’altra notte per poco non ha provocato una strage. Luigi aveva avuto un violento scontro con il papà nei giorni scorsi perchè gli aveva chiesto i soldi per il matrimonio riparatore con la sua giovane compagna in attesa di un figlio. Ma il padre gli aveva fatto sapere che non ne voleva sapere niente. E così la notte scorsa ha posizionato un ordigno davanti l’abitazione del padre, a Terzigno, sulla via Panoramica. L’esplosione è stata potentissima: ha causato gravi danni alla facciata dell’edificio, danneggiato 4 auto in sosta e anche una macchina che in quel momento passava di lì, guidata da un 76enne che ha riportato lievi escoriazioni.
Il fortissimo rumore ha portato le pattuglie di carabinieri presenti in quel momento nei paraggi nel punto da cui proveniva il rumore. in quegli istanti si trovavano lì anche Luigi Di Cristo e l’ amico che si stavano allontanando in sella a uno scooter con la targa nascosta da nastro adesivo ma i militari hanno capito che avevano a che fare con la bomba e li hanno bloccati. Luigi ha ammesso di aver compiuto il gesto ed ha spiegato il motivo; l’amico gli ha dato una mano.
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