“Abbiamo ultimato lo smaltimento dei 561 cubi di cemento contenenti amianto, ora possiamo passare alla fase due dell’intervento”. Il primo cittadino di Avellino, convoca una conferenza stampa davanti all’ex Isochimica, la fabbrica di Borgo Ferrovia in cui, negli anni Ottanta venivano scoibentate le carrozze dei treni per rimuovere l’amianto. L’impianto, chiuso da 30 anni, oggi è oggetto di bonifica per rimuovere tutte le sostanze nocive presenti al suo interno. Dopo la rimozione dei due silos pieni di amianto, avvenuta due anni fa, è stata completato il trasferimento di oltre 500 cubi di cemento in cui venne imprigionata la polvere velenosa, ma che stazionavano da decenni nel piazzale. “Questo primo appalto è costato 3,5 milioni di euro – spiega il sindaco Festa- Adesso possiamo entrare nel vivo del secondo step. Il progetto esecutivo è stato già realizzato dagli uffici, così come sono state commissionate le analisi di rischio sulla falda sottostante”. Il primo cittadino, inoltre, annuncia che il futuro dell’area con la conseguente riqualificazione, sarà oggetto di discussione dopo che verrà avviata la seconda fase della bonifica e prima che entri in gioco la terza e ultima. Nel frattempo l’ente di Piazza del Popolo cercherà di acquisire l’area nel minor tempo possibile. Ad accompagnare il sindaco nel corso della conferenza stampa, c’era anche Michelangelo Sullo, funzionario comunale e responsabile unico de procedimento, che ha illustrato il lavoro eseguito in maniera più tecnica. “Gli interventi sono stati eseguiti in confinamento dinamico su un’area di oltre 2500 metri quadrati. C’è stato un monitoraggio continuo con la metodologia ‘Sem’ da parte dell’impresa che ha verificato l’eventuale dispersione di fibre prima, durante e dopo i lavori – spiega – nessuno di questi monitoraggi ha rilevato dispersione”. Il Comune, intanto, non vuole perdere tempo, visto che quella che si è appena conclusa è solo la prima fase della bonifica. A settembre si entrerà nel vivo dell’eliminazione dei rifiuti superficiali con confronti continui con l’Istituto Superiore di Sanità e il consorzio interuniversitario ‘grandi rischi’. Dal tavolo permanente dovrà venire fuori il progetto per il secondo intervento. “Abbiamo già trasmesso alla Regione l’analisi di rischio, ora spetterà a lei convocare la conferenza dei servizi che dovrà esprimersi sulla bonifica del sottosuolo”. Al momento emergono già alcuni elementi significativi sullo stato di inquinamento del sottosuolo e soprattutto della falda acquifera. “La contaminazione da tetracloroetilene è localizzata e non proviene da fonte esterna. Il problema più rilevante restano i quattro interramenti di amianto individuati e sui quali bisognerà intervenire in maniera diversificata”, conclude Sullo.
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