Napoli, un territorio difficile dove i servizi sociali svolgono un ruolo primario e piuttosto delicato. O almeno dovrebbero. Sì, perché nella realtà del Comune di Napoli il numero di assistenti sociali a disposizione dei cittadini è drasticamente ridotto e distribuito male nel territorio, tra centro e periferie dove il bisogno è alto e la povertà consistente.Per questo la Funzione Pubblica Cgil Napoli ha indetto uno sciopero, per domani martedì 27 agosto, per lanciare un segnale chiaro sull’urgenza di risollevare la drammatica situazione in cui versano i servizi sociali della città: pochi e prossimi al pensionamento, con carichi di lavoro al di fuori delle loro possibilità, non valorizzati e mal distribuiti nel territorio, a scapito di lavoratori e cittadini che usufruiscono dei servizi.
Uno sciopero di due ore, dalle 10:00 alle 12:00, con un presidio di delegati sindacali e assistenti sociali previsto per le 10:30 sotto la sede della II Municipalità Avvocata, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, S. Giuseppe in piazza Dante, 93.
Quanti sono gli assistenti sociali?
Per comprendere a pieno di cosa stiamo parlando, entriamo nel vivo dei numeri. La popolazione residente nella città di Napoli è attualmente composta da 972.973 persone, a fronte delle quali sono in servizio appena 126 operatori, ovvero un assistente sociale ogni 7.722 persone. Il rapporto previsto dovrebbe, al contrario, essere di 1 a 5 mila. A mancare all’appello sono 69 operatori, praticamente il 55% del personale in servizio.
La situazione dei quartieri di Napoli.
Ciò che emerge dalla distribuzione degli assistenti sociali in servizio sui territori è una forte penalizzazione delle periferie a vantaggio del centro città. Ma è proprio nelle periferie che si registra esserci un più forte bisogno: più casi di violenza, di dispersione scolastica e di allontanamento di minori. Ci sono realtà come quella di Secondigliano che prevedono la presenza di 2 assistenti sociali, laddove il fabbisogno è di 12 unità: ben 10 operatori in meno degli standard previsti. Stesso discorso vale per Scampia, dove ci sono attualmente 5 operatori in servizio, a fronte dei 13 previsti (8 in meno). Infine Piscinola dove ci sono 2 operatori a fronte di un’esigenza di 9 (7 in meno). Questi i casi più eclatanti di un territorio interamente problematico.
Una situazione drammatica che sembra considerare come unica possibilità di soluzione quella del gioco dei quattro cantoni: non assumere nuovi assistenti sociali, ma redistribuire sul territorio quelli già in servizio, trasferendoli da un quartiere all’altro. Ma una realtà già in grave carenza di organico – destinato inoltre a dimezzarsi a causa dei prossimi pensionamenti – non può risollevare la situazione esclusivamente redistribuendo gli operatori sul territorio. Né possono essere sufficienti le 40 assunzioni previste dall’Amministrazione per il 2021/22. Serve personale e serve ora. “Per queste ragioni e per dare il legittimo riconoscimento professionale ed economico ad una categoria fino ad oggi invisibile, abbiamo proclamato lo sciopero, per garantire diritti e tutele agli assistenti sociali e migliori servizi ai cittadini”, fa sapere la Fp Cgil di Napoli. Uno sciopero in una città che non è altro che lo specchio di una realtà che coinvolge tutto il Paese.
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