Codici numerici, da 1 a 5, ai quali le regioni potranno abbinare codici colore, e tempi ‘certi’ con un’attesa massima prevista di 8 ore. Cambiano le regole al Pronto soccorso, con tre obiettivi prioritari: evitare i ricoveri inappropriati, ridurre i tempi di attesa e aumentare la sicurezza delle dimissioni. Sono le principali novita’ contenute nelle ‘Linee di indirizzo nazionali sul Triage Intraospedaliero, sull’Osservazione Breve Intensiva e lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento’, messe a punto al ministero della Salute, che hanno ottenuto oggi il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Nel nuovo sistema dunque, che dovrebbe entrare a regime entro 18 mesi, la selezione per gravita’ dei casi si basera’ su cinque numeri e colori: 1 rosso, per l’Emergenza, intervento immediato; 2 arancione, per Urgenza, entro 15 minuti; 3 azzurro, per Urgenza differibile, intervento entro 60 minuti; 4 verde, per Urgenza minore, intervento entro 120 minuti; 5 bianco, per Non urgenza, con intervento entro 240 minuti. Altra novita’ e’ la creazione di un’area cosiddetta “see and treat”: qui infermieri in possesso di una “formazione specifica” applicheranno protocolli standard per curare le urgenze minori, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente il sovraffollamento nei Pronto soccorso. Prevista pure un’Area di osservazione breve e intensiva (Obi), per terapie a breve termine e la possibilita’ di approfondimenti diagnostici. In questo caso, l’obiettivo e’ ridurre i ricoveri inappropriati e aumentare la sicurezza delle dimissioni dal Pronto soccorso. “Oggi sono molto contenta perche’ abbiamo portato a casa una serie di provvedimenti importantissimi. Dalle classificazioni d’urgenza nei pronto soccorso a tutta una serie di elementi per ridurre il sovraffollamento, come tempi certi di visita. Abbiamo portato a casa anche la ripartizione del fondo dei 400 milioni di euro per la riduzione dei tempi delle lista d’attesa e la digitalizzazione delle prenotazioni”, ha commentato il ministro della Salute, Giulia Grillo, al termine della conferenza Stato-Regioni. Anche per Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con l’accordo di oggi “si realizza un cambiamento importante. Qualcuno ha parlato di ‘rivoluzione’, ma credo si tratti semplicemente di una evoluzione basata su positive esperienze che si sono concretizzate in alcune Regioni”. Il nuovo sistema, inoltre, “allinea l’Italia agli standard della maggior parte degli altri Paesi”, rileva Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Ma il nuovo sistema e’ accolto con non poche perplessita’ da Francesco Rocco Pugliese, presidente della Societa’ italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu): “Non credo che ci sara’ una riduzione dei tempi di attesa – afferma all’ANSA – perche’ il vero problema e’ che nei Pronto soccorso italiani mancano all’appello 2.000 medici ed e’ il medico che deve visitare i pazienti. Con un numero cosi’ esiguo di medici e’ impossibile rispettare i tempi massimi di attesa previsti per l’accesso ai Pronto soccorso”. Ed ancora: “tecnicamente, il codice colore non penso possa essere comunque abbandonato, perche e’ piu’ immediato sia per il cittadino sia per il medico”. Altro problema centrale, evidenzia, “e’ che nei reparti ospedalieri mancano i posti letto, a causa dei tagli degli ultimi anni: e’ quindi impossibile che i pazienti, come prevedono le nuove regole, vengano smistati ai reparti per il ricovero, quando questo e’ necessario, entro un tempo massimo di 6-8 ore”. Critico anche il Codacons, per cui “i nuovi codici sono una presa in giro per gli utenti e di sicuro non risolveranno i problemi”. Ci sono infatti situazioni, “specie nei nosocomi del sud Italia, dove il livello di assistenza e’ da terzo mondo – afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi – con i cittadini abbandonati nei corridoi e nelle corsie perche’ la carenza di personale medico non consente di far fronte alle richieste. Le criticita’ dei Pronto soccorso italiani non si risolvono certo ricorrendo a nuovi codici per il triage, ma aumentando il numero di medici e infermieri”.
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