Salute

Arriva parto in ipnosi a Mauriziano di Torino, tecnica dolce amata da Meghan

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Dal prossimo autunno arriva il parto in ipnosi presso l’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Mauriziano di Torino. Su questo tipo di soluzione per partorire si è parlato molto recentemente in concomitanza con l’attesa nascita del royal baby di Meghan: inizialmente era sembrato che la Duchessa volesse farlo in casa, stando alle rivelazioni dei tabloid. E’ girata pure la voce che Meghan e Harry avessero addirittura imparato le tecniche del parto con ipnosi. Nella Casa reale inglese del resto sembra che anche Kate apprezzi molto l’approccio dolce al parto con questa metodologia. Gossip a parte, la possibilità di partorire in ipnosi è diventata realtà a Torino nell’Ostetricia e Ginecologia, diretta da Nicoletta Biglia. A conclusione di un percorso formativo aziendale presso la scuola Ipnomed, alcune ostetriche offriranno nell’ambito dei corsi di accompagnamento alla nascita la possibilità di apprendere la tecnica dell’autoipnosi per il controllo del dolore in travaglio di parto. Si tratta di una metodica basata su respiro e rilassamento, che dà autocontrollo e riduce il dolore in sala parto. Può essere un’alternativa all’epidurale. In ipnosi é addirittura possibile dimezzare la durata del travaglio rispetto alla media. Alcuni studi hanno rivelato che ne beneficia anche il nascituro, perchè durante il rilassamento profondo dell’ipnosi sono maggiori l’afflusso di sangue alla placenta e l’ossigenazione fetale: una tecnica per aiutare la donna a gestire il parto ed il travaglio in serenità ed autonomia.L’ipnosi medica non ha nulla a che vedere con quanto proposto solitamente in Tv. E’ importante sottolineare – fanno sapere dal Mauriziano – che nessun individuo, in stato ipnotico, può essere costretto a fare nulla contro la propria volontà.Non tutta la popolazione è ipnotizzabile: circa il 60% risponde positivamente, il 20% può raggiungere uno stato ipnotico così profondo da poter subire addirittura un intervento chirurgico senza l’utilizzo di tecniche anestesiologiche, mentre il restante 20% non è recettivo alle tecniche ipnotiche.L’autoipnosi – rimarcano dalla struttura ospedaliera – è la gestione consapevole e volontaria di risorse che, benché straordinarie, appartengono alla nostra mente ed al nostro corpo, rappresenta una condizione di potenziamento della persona rendendola più efficiente e performante del solito. E’ fondamentale essere addestrati da un professionista sanitario che conosca la tecnica specifica per poterla riprodurre ogni volta che se ne presenta la necessità.


Articolo pubblicato il giorno 14 Agosto 2019 - 14:37
Redazione Cronaca

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