Il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha presieduto oggi il tavolo su Whirlpool al Ministero, a cui hanno preso parte l’azienda, i sindacati e tutti gli attori coinvolti.La vertenza coinvolge circa 420 lavoratori tra le ipotesi di futuro al vaglio è stato deciso di proseguire il confronto su quelle che prevedono di investire nei prodotti di alta gamma, di spostare in Italia alcune produzioni realizzate all’estero e di individuare una nuova mission per il sito partenopeo con la realizzazione di un nuovo prodotto. Whirlpool EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) ha presentato un approfondimento sulla situazione del sito di Napoli e sulle opzioni per garantire continuità produttiva e massimi livelli occupazionali. Lo rende noto un comunicato aziendale. Whirlpool EMEA ha mostrato i dettagli del calo di volumi produttivi delle lavatrici di alta gamma prodotte a Napoli – da circa 700mila a 269 mila pezzi dal 2009 ad oggi – verificatosi nonostante gli investimenti pari a circa 100 milioni di euro effettuati negli ultimi anni e le strategie commerciali messe in atto. Inoltre, negli ultimi mesi le prolungate difficoltà si sono aggravate a causa di circostanze macroeconomiche globali che hanno portato anche a un calo delle vendite del 36% a livello di export internazionale e del 19% in EMEA.Di conseguenza, lo stabilimento – che dal 2011 beneficia di ammortizzatori sociali – attualmente opera al di sotto del 40% della sua capacità produttiva, una situazione non sostenibile non solo per l’Azienda ma anche e soprattutto per i suoi dipendenti, che lavorano 6 ore al giorno per 8/9 giornate al mese. In questo contesto e alla luce delle discussioni intercorse con il Ministero e le organizzazioni sindacali nei precedenti incontri, Whirlpool EMEA ha presentato cinque opzioni per il sito napoletano, con le rispettive stime di impatto in termini occupazionali e i necessari investimenti. Tutte le opzioni sono in linea con l’impegno sempre dichiarato dall’Azienda a garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali.Le prime tre opzioni presentate richiederebbero investimenti nelle lavatrici di alta gamma, un segmento di mercato in forte difficoltà da diversi anni, oppure trasferimenti di produzione da siti italiani o EMEA, con potenziali ripercussioni sugli altri stabilimenti e sulla profittabilità dell’Azienda nella Regione EMEA. A fronte di un impatto economico compreso tra i 30 e i 70 milioni tra investimenti one-off e ongoing, queste soluzioni sarebbero in grado di garantire solo parzialmente i posti di lavoro, dimostrandosi quindi non sostenibili nel medio-lungo termine.La quarta soluzione al momento identificata prevederebbe il mantenimento della produzione di lavatrici da parte di un nuovo player industriale, soluzione alla quale Whirlpool EMEA sarebbe aperta se si dovesse eventualmente riscontrare un interesse dal mercato e a determinate condizioni. Questa opzione è al momento del tutto ipotetica, in quanto l’Azienda non ha ricevuto alcuna manifestazione di interesse.Infine, la quinta e ultima opzione presentata dall’Azienda garantirebbe il mantenimento della continuità industriale e i pieni livelli occupazionali attraverso un cambio di missione dello stabilimento, in grado di dare un futuro sostenibile al sito nel medio e lungo periodo. Alla nuova missione corrisponderebbe un cambio di produzione sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro. Il processo di cambiamento verso la produzione di nuovi prodotti sarebbe accompagnato da un percorso formativo volto a supportare lo sviluppo di nuove capacità e competenze del personale.
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