Gli impianti riqualificati, dal San Paolo alla piscina Scandone, trecentomila biglietti venduti, oltre seimila atleti in gara. Grandi numeri cui si aggiunge il bilancio sportivo con 44 medaglie conquistate (record di sempre ex aequo con Kazan 2013 ma allora gli ori furono solo sei). L’Universiade di Napoli chiude i battenti con un bilancio piu’ che soddisfacente per l’Italia e per Napoli. Con la citta’ partenopea che, forte della sfida vinta, ora guarda con fiducia alla possibilita’ di ospitare nuovi grandi eventi sportivi. Anche con l’ok della Fisu. “Non e’ stato facile organizzare queste Universiadi, ma alla fine sono state un successo grazie allo spirito e all’energia dei napoletani” riconosce il presidente della Federazione Sport Universitari Oleg Matytsin nella conferenza stampa di chiusura. “Gli impianti sono stati ristrutturati – osserva – e ora sono pronti per ospitare altri eventi. Questa e’ una delle eredita’ che lasciamo. Abbiamo avuto dei problemi, ma abbiamo trovato sempre delle soluzioni. Napoli ci ha dato una grande lezione”. Da Matytsin anche un annuncio sul futuro delle Universiadi: “Il calcio non fara’ parte della prossima Universiade. E’ uno sport molto commerciale, e c’e’ un problema di calendari. In pochi sono andati a vederlo. Ma e’ anche popolare tra gli studenti. Ecco perche’ organizzeremo una competizione a parte, fuori dai Giochi, una University World Cup, la cui prima edizione sara’ a fine anno in Cina”. Sotto osservazione anche un altro sport ‘ricco’ come il tennis: “In futuro – spiega – potremmo considerare di organizzarlo indoor”. “Ha funzionato il sistema Campania – spiega il commissario straordinario Gianluca Basile – un’eredita’ che si puo’ replicare in futuro. La chiave e’ stata fare squadra colmando in un anno i ritardi accumulati. Grazie ai volontari e ai tirocinanti e grazie ai campioni dello sport che ci hanno affiancato, Manuela Di Centa, Patrizio Oliva e Davide Tizzano tra gli altri. Loro ci hanno dato la spinta e fatto capire che la strada imboccata era quella giusta. Mai pensato di mollare, non ne ho avuto il tempo. Tuttavia ho fissato degli obiettivi sapendo che non se non li centravamo diventava dura”. Lo sport universitario esce rinforzato. “Ma ora – invoca il presidente del Cusi Lorenzo Lentini – occorre che Coni e Governo si mettano attorno a un tavolo per ristrutturarlo. Con le federazioni e il comitato paralimpico siamo la terza gamba dello sport italiano. Resta l’orgoglio per una eruzione di medaglie, molto meglio che a Taipei 2017”. Guardando il medagliere guidato dal Giappone, l’Italia in effetti e’ tra le nazioni che fanno segnare il maggiore progresso rispetto a Taipei (+12 medaglie con sei ori in piu’). Parole condivise da Davide Tizzano: “Orgoglioso di questa maglia – dice – come napoletani siamo andati oltre lo sport. Siamo andati a medaglia in ben dodici discipline, assistito atleti in sette villaggi diversi, abbiamo avuto palazzetti pieni per scherma, pallavolo, nuoto e pallanuoto. Non e’ stato facile, ma lasciamo tante attrezzature di qualita’ che adesso andranno preservate”. Roberto Outeirino, direttore area sport, snocciola i numeri che danno il senso dell’impegno al servizio degli atleti: 30000 Kg di frutta; 600mila litri di acqua; 150 mila pasti; 450 gli atleti curati, quasi tutti per traumi muscolari.
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