na bella storia di impegno sindacale e sociale è quella che stanno scrivendo da circa quindici anni a Casalnuovo Armando Nespolino e Giovanni Gaier dello SPI-CGIL, il Sindacato dei Pensionati Italiani.
Lo SPI, Sindacato Pensionati Italiani, riunisce i pensionati che aderiscono alla CGIL. Una sede è stata aperta a Casalnuovo nel lontano 2005 grazie all’impegno di Armando Nespolino.
Nespolino, quasi 75 anni ed ex dipendente dell’ufficio progettazione dell’Enel di Napoli, appena andato in pensione si è prefissato di aprire una sede SPI-CGIL a Casalnuovo. Il primo impegno sindacale di Nespolino risale al 1971, da allora per 35 anni è stato impegnato nella Federazione Nazionale dei Lavoratori Elettrici (FNLE-CGIL) prima di approdare allo SPI.
SPI-CGIL diventa subito punto di riferimento per i pensionati di Casalnuovo. Dopo qualche anno bussa alla porta del sindacato un neo pensionato, Giovanni Gaier, e da quel momento inizia a collaborare con Nespolino.
Giovanni Gaier ha lavorato 38 anni in Telecom Italia prima di andare in pensione ed iniziare a collaborare allo SPI-CGIL.
“Svolgiamo attività di assistenza fiscale (730, Isee, dichiarazione dei redditi) e previdenziale. Assistiamo però anche i cittadini che non rientrano nella categoria dei pensionati – dice Giovanni Gaier – Sin dall’inizio questa sede è stata vista come lo sportello del cittadino. Venivano tutti, senza fare distinzione tra pensionati, cittadini o lavoratori dipendenti”.
“Noi tuteliamo il pensionato, verifichiamo la sua pensione, se è calcolata bene e se ha diritto a prestazioni economiche denominate diritti inespressi – continua Gaier – Prestazioni che l’Inps riconosce su richiesta di parte, quest’anno i nostri pensionati hanno percepito già circa 60/70 mila euro di arretrati”
Lo SPI-CGIL di Casalnuovo assiste 650/700 cittadini, tra pensionati e non.
“Sono tanti i problemi che purtroppo sono costretti a vivere i nostri pensionati. Anche sul nostro territorio, Casalnuovo, abbiamo prova tangibile delle difficoltà che quotidianamente affrontano i pensionati – dice Armando Nespolino – In primis la qualità del servizio pubblico, carente sotto diversi punti di vista”.
“Bisognerebbe migliorare il rapporto che c’è con gli enti pubblici, con le Poste, con l’Usl etc. Capita spesso, anche negli uffici pubblici, che i nostri anziani hanno difficoltà ad essere capiti e per questo nella maggior parte delle volte vengono indirizzati al patronato. Anche quando il problema non rientrerebbe nelle materie di nostra competenza – continua Nespolino – La qualità del servizio pubblico erogata non è il massimo. Se poi parliamo di mezzi pubblici bisogna dire che vi è una carenza impressionante”
“Spesso gli anziani non vengono trattati bene, nel rapporto con i vari uffici pubblici vengono sballottati da una parte e dall’altra – termina Armando Nespolino – Ecco questo trattamento riservato ai nostri anziani è quello che fa più male alla società ed ai pensionati”
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