I detenuti accusati di aver aggredito uno ‘spesino’ per conto di altri due imputati
Saranno trasmessi al Tribunale di Reggio Emilia gli atti del processo sul pestaggio, ordinato nel 2015 dagli imputati del processo Aemilia Gianluigi Sarcone e Sergio Bolognino ed eseguito da due detenuti affiliati al clan camorristico dei Casalesi, ai danni di uno ‘spesino’ (detenuto che si occupa della spesa tra gli altri carcerati, ndr) campano all’interno del carcere bolognese della Dozza.
Lo ha deciso oggi il collegio del Tribunale del capoluogo emiliano, presieduto dal giudice Stefano Scati, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura e appoggiata dagli avvocati difensori e di parte civile. Alla base dell’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla Procura c’è la convinzione, condivisa dai giudici bolognesi, che il Tribunale che deve occuparsi di questo processo, che vede i quattro imputati di violenza privata e lesioni aggravate dal metodo mafioso, sia appunto quello reggiano. Questo perche’ i reati contestati in questo procedimento sono connessi all’accusa di associazione mafiosa al centro del processo Aemilia, in quanto commessi per agevolare l’attivita’ dell’associazione ‘ndranghetistica attiva nel reggiano.
Secondo i giudici bolognesi, infatti, la competenza territoriale va determinata tenendo presente solo il luogo in cui viene commesso il reato associativo, che ‘attrae’ tutti gli altri. Il pestaggio era stato ordinato da Sarcone e Bolognino, detenuti in seguito alle ordinanze di custodia cautelare di Aemilia, per ‘dare una lezione’ allo ‘spesino’, colpevole di aver mancato di rispetto ai due ‘ndranghetisti. La vittima non denuncio’ l’episodio, che venne a galla grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Giglio.
Articolo pubblicato il giorno 3 Luglio 2019 - 13:21