La morte del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello è il tragico finale di un film girato su un set il più delle volte buio e stretto in poche centinaia di metri. Sono le telecamere di piazza Mastai, a Trastevere, quelle interne ed esterne dell’hotel Le Meridien Visconti nel quartiere Prati dove i due americani alloggiavano e quelle della vicina gioielleria Ghera di via Federico Cesi a riprendere le fasi iniziali – dove la vittima non è nemmeno conosciuta o nominata – fino a quelle successive al delitto. Un omicidio brutale, consumato in mezzo alla strada in una delle zone più centrali e prestigiose di Roma, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia, e “archiviato” dall’assassino e dall’amico con una corsa verso il vicino albergo dove avrebbero dormito fino alle 10,45, quando i carabinieri hanno bussato alla porta della camera 109. Giusto in tempo prima che i due americani lasciassero la struttura per il check-out previsto per le 12. Andiamo con ordine. Sono le 00,50 del 26 luglio scorso quando le telecamere del Ministero dell’Economia e delle Finanze in piazza Mastai riprendono due soggetti (presumibilmente proprio Elder Finnegan Lee e Natale Hjorth) insieme a Sergio Brugiatelli. I tre vengono da via della Luce ed entrano nell’obiettivo della telecamera installata dalla scuola Teresa Spinella, nella stessa piazza ma all’altezza del civico 16, alle 00,53: sono seduti su una panchina accanto a un clochard. Sono lì anche all’1.12, quattro minuti prima della fuga dopo il furto dello zaino. All’1.16 i due ragazzi vengono ripresi dalle telecamere sulla facciata del palazzo del Ministero mentre corrono in direzione di via della Luce lasciando solo il 47enne rimasto senza soldi e cellulare. All’1.31 il sistema di video sorveglianza dell’hotel Le Meridien Visconti “congela” il rientro dei due ragazzi in stanza. Dopo essersi cambiati i vestiti e aver indossato indumenti compatibili con quelli individuati al momento dell’aggressione, alle 2,48 Finnegan Lee e Natale Hjorth riescono. Alle 3.12 è l’impianto della gioielleria Ghera di via Federico Cesi (80 metri dall’hotel e ancor meno dal luogo del delitto) a riprenderli mentre si dirigono verso via Pietro Cossa, il punto esatto dove avrebbero dovuto incontrare Sergio Brugiatelli e concludere l’accordo estorsivo (lo zaino in cambio di 80 euro e un grammo di cocaina). E’ qui che in 4 minuti netti si consuma l’omicidio di Mario Rega Cerciello. Alle 3,16 la telecamera della gioielleria prima e quelle dell’hotel poi immortalano la fuga e il rientro nell’albergo: sono entrambi senza zaino, che sarebbe poi stato trovato nascosto in una fioriera in strada. Il telefono Nokia di Brugiatelli, invece, sarà recuperato nel luogo del delitto. Quarantacinque minuti più tardi il vicebrigadiere Mario Rega Cerciello muore per l’emorragia che invano il collega Andrea Varriale aveva provato a tamponare in attesa dell’ambulanza. Sette ore e trenta minuti dopo i carabinieri bussano alla porta dell’albergo di lusso sorprendendo i due americani già pronti a partire per gli Usa e a lasciarsi la notte folle alle spalle.
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