Cronaca Giudiziaria

Processo Olimpo, gli avvocati di Greco: ‘Ha una grave depressione, chiediamo gli arresti domiciliari fuori regione’

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Torre Annunziata. Chiedono una rimodulazione della detenzione cautelare i legali di Adolfo Greco nel corso dell’udienza celebrata questa mattina nell’aula “Siani” del Tribunale di Torre Annunziata. All’udienza Adolfo Greco, l’imprenditore stabiese accusato nell’inchiesta Olimpo, era assente. Greco ha rinunciato al video collegamento con il carcere di Secondigliano dove è detenuto dallo scorso dicembre. Probabilmente per motivi di salute Greco ha deciso di non comparire. Presenti gli altri 4 imputati (Carolei Michele, Carolei Raffaele, Cuomo Umberto, Di Martino Luigi, Di Somma Attilio), assenti le parti offese, così come il pm titolare dell’inchiesta Giuseppe Cimmarotta della Dda di Napoli, sostituto da un altro collega. Presenti invece tra gli spettatori, Luigi Greco, figlio di Adolfo, e qualche altro familiare. Presenti anche l’avvocato Di Maio del comune e assente sos impresa parte civile. e l’avvocato di parte civile di Greco, avvocato Izzo su delega del titolare avvocato Pane. I giudici nel corso dell’udienza hanno nominato i periti che, in novanta giorni, dovranno valutare la veridicità delle intercettazioni telefoniche e ambientali che rappresentano le accuse principali in mano alla Procura. Gli avvocati, Maiello prima e Stavino poi, hanno chiesto al collegio difensivo, presieduto da Riccardo Sena, di rimodulare la custodia cautelare e chiedono che gli vengano concessi i domiciliari, anche fuori regione. “Ci troviamo davanti ad una compressione enorme del diritto alla salute dell’imputato. La base del ragionamento che sottoponiamo al Tribunale – ha detto il professore Maiello, legale di Greco – è costituita dal fatto che il signor Adolfo Greco deve essere considerato malato psichico grave. Una condizione che ha registrato con l’ingresso in carcere”. L’avvocato ha anche citato la sentenza 99/2019 della Corte Costituzionale che si è espressa su un caso simile. Il legale si è appellato anche sul senso di umanità che non dovrebbe dimenticare di avere il sistema giudiziario. “Il signor Greco versa in una condizione di salute psichica penosa per cui la protrazione della custodia in carcere va a ferire il senso di umanità. Il punto – sostiene Maiello – non è se Adolfo Greco stia per uccidersi o meno. Il punto è qual è la qualità dello stato della sua salute mentale”. “Greco soffre di depressione maggiore collegata con lo stato di detenzione”. L’avvocato, inoltre, cita anche una perizia medica datata luglio in cui si fa riferimento ad “una condizione di allucinazioni. Il Greco avrebbe – secondo la perizia citata dall’avvocato – delle allucinazioni rientrando nell’ambito dell’ allucinazione ipnoponica” perché in uno stato di depressione grave. Ai malati detenuti viene riservato un trattamento particolare in assenza di strutture capaci di curare le patologie ed, in assenza di queste, la difesa chiede i domiciliari in ragione anche dal fatto che “Greco si è collocato in una posizione opposta ai clan”. Infatti Adolfo Greco si è costituito parte civile. “Greco – ha proseguito Maiello – dagli episodi contestati non ha guadagnato nulla, è solo una vittima”. Invochiamo una decisione che abbia il coraggio di mettere al centro il principio di umanità, questo senso di umanità che consente ancora oggi di credere nella giustizia. Stiamo parlado di un 69enne incensurato, fatta eccezione di un precedente di 35 anni fa. Chiediamo di disporre una perizia, oltre a valutare le relazioni dei medici della struttura carceraria”. Anche l’avvocato Stavino chiede una verifica dello stato di salute dell’imprenditore caseario. “Siamo passati – dice il legale – da una malattia arginabile ad un quadro clinico che non consente reversibilità. Già ad aprile Adolfo Greco doveva, come da perizia medica, essere ricoverato. E’ restato nella sua cella fino a maggio, nessuno si è accorto che non vi era stato trasferimento”. Il pm, Fabrizio Vanorio, che ha sostituito Cimmarotta, ha replicato dicendo che anche le patologie gravi possono essere curate in carcere. Tuttavia la decisione spetta al Tribunale chiamata ad esprimersi dopo che i legali presenteranno istanza scritta. Appuntamento il prossimo settembre per l’ascolto dei testi. (emidav)


Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2019 - 21:37

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