Una nuovo programmazione prevista per domani per il Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio, con eventi in scena tra Napoli e altre città campane. Si inizierà alle 21 al Teatro Grande di Pompei con “Il paradiso perduto. Leela”, quarto e ultimo appuntamento della rassegna estiva Pompeii theatrum mundi promossa dal Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, quest’anno anche tra i progetti speciali del Napoli Teatro Festival Italia. Questa nuova composizione di danza della coreografa Noa Wertheim della Vertigo Dance Company, giungerà a Pompei dopo il debutto in prima mondiale il 6 e 7 luglio a Matera, nell’ambito delle manifestazioni di Matera capitale europea della cultura 2019. Su musiche originali di Ran Bagno, nelle scene di Ram Katzir, i costumi di Sasson Kedem e il disegno luci di Danil Fishof – Magenta, danzano Shani Licht, Etai Peri, Sian Olles, Hagar Shachal, Yotam Baruch, Daniel Costa, Korina Friman, Sa’ndor Petrovics, Liel Fibak, Shachar Dolinski. Coreografa assistente Rina Wertheim-Koren. Lo spettacolo si occuperà dello spazio tra la riflessione filosofica sull’universo come parco giochi cosmico e la contemplazione del mondo come risultato sia della volontà umana che delle forze del desiderio e della tentazione, i propulsori dominanti nell’esistenza dell’uomo. Il palcoscenico è disegnato come un mondo dentro un mondo, dove la questione della volontà attiva, viva, in contrapposizione alle circostanze, sarà esaminata poeticamente. La produzione dello spettacolo è targata Teatro Stabile Napoli-Teatro Nazionale con Fondazione Matera Basilicata 2019, Fondazione Campania dei festival-Napoli Teatro Festival Italia, Vertigo dance company, con il contributo dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia. La Vertigo dance association fu fondata a Gerusalemme più di ventisette anni fa da Noa Wertheim ed Adi Shàal e opera in due centri complementari – a Gerusalemme, ed al Vertigo Eco-Art Village. Il festival proseguirà in Regione, al Teatro Naturale di Pietrelcina, che alle 21 apre il sipario su “Communio pro anima – Oratorio in 11 sezioni di Giuseppe Vessicchio”, con il soprano Giacinta Nicotra, il tenore Salvatore Cordella, coro Exultate Deo e i solisti del Sesto Armonico e con l’Orchestra Filarmonica di Benevento diretta da Pasquale Valerio, in scena anche il disegnatore su sabbia Simona Gandola. La composizione è ispirata dalla tematica spirituale legata al mistero dell’Anima ed è scritta in più lingue – greco, inglese, latino, francese, arabo e sanscrito – affinché nessun idioma risulti egemone. I soggetti del racconto saranno quelli di sempre: padre, madre, figlio. La composizione musicale si avvarrà di una tecnica polifonica che il maestro Vessicchio ha battezzato col nome di “Musica armonico-naturale” (Man). “Ho lavorato con passione e dedizione a questo concerto per l’edizione 2019 del Napoli Teatro Festival Italia somiglia ad una messa per l’anima, arrivando a studiare perfino il sanscrito – ha dichiarato Vessicchio – Communio pro anima è un lavoro profondo, che dedico interamente alla spiritualità. Ma già nel periodo creativo giovanile scrissi una composizione in quattro tempi, ad indicare le quattro fasi della nostra vita”.
Nel corso della sua carriera Vessicchio ha collaborato con cantanti come Gino Paoli, Tom Jobim, Nino Buonocore, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Avion Travel, Ron, Ornella Vanoni, Peppino Di Capri e Lina Sastri ed ha partecipato a diverse produzioni televisive di successo, diventando a lungo presenza fissa al Festival di Sanremo, dove ha collezionato quattro vittorie come direttore d’orchestra. Alle 21 alla Galleria Toledo, per la sezione Osservatorio, andra’ in scena “Processo a Fellini”, scritto da Riccardo Pechini con la collaborazione di Mariano Lamberti, quest’ultimo anche regista dello spettacolo, con protagonisti Caterina Gramaglia e Giulio Forges Davanzati. In scena ombre e segreti del regista e della sua musa Giulietta Masina. Lo spettacolo presentera’ in scena ombre e segreti del regista e della sua musa Giulietta Masina. “Processo a Fellini” renderà omaggio al talento della Masina, strappandola ai personaggi ingombranti di Cabiria e Gelsomina, per dare voce e dignita’ anche alle sue ombre. Fin dall’inizio della carriera la sua immagine e’ sempre stata associata a quella di Fellini.
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